Francesca Carnazzi premiata come miglior laureata in Lettere dell’Università del Piemonte Orientale

E’ stata una nostra ex-allieva a ricevere il premio come miglior laureata, per il biennio 2016-2017,  del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università del Piemonte Orientale (UPO). Martedì 12 gennaio, nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico 2018-2019 tenutasi al Teatro Civico di Vercelli, ha ottenuto questo importante riconoscimento insieme ai più bravi delle altre discipline.

Francesca, che ha frequentato il Liceo Scientifico Tecnologico (oggi delle Scienze Applicate) e attualmente è specializzanda in Filologia moderna presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha conseguito il punteggio di 110/110 e lode con una tesi di Linguistica dedicata al genere letterario classico dell’elegia in comparazione con il suo equivalente moderno e ha avuto come relatore il professor Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca di Firenze.

Nella stesura dell’elaborato, di cui sono state apprezzate la documentazione e le interpretazioni, la tesista si è avvalsa delle conoscenze maturate nel suo percorso di studi: anche le competenze scientifiche acquisite durante il quinquennio di Liceo Scientifico hanno contribuito alla realizzazione e alla pianificazione del testo.

Del resto, nel discorso inaugurale, il Magnifico Rettore, professor Giancarlo Avanzi, aveva sottolineato la necessità di “frantumare il sapere cristallizzato in discipline”, perché come dichiara la Magna Charta Universitatum, documento redatto nel 1998, “ il futuro dell’umanità dipende dalla cultura, dalla scienza e dallo sviluppo tecnico” e perché i saperi devono incrociarsi per  cogliere l’universale insito nella realtà.

Francesca ha scelto questo “contagio delle idee” e con la sua passione ha dimostrato di condividere pienamente quanto affermato dalla Rappresentante degli Studenti, dottoressa Martina Gasdi: “ Bisogna riportare i giovani a comprendere che la cultura, la nostra cultura, non è qualcosa di superfluo e di noioso, ma è alla base della sopravvivenza della nostra società (…) Bisogna spingere i giovani a frequentare conferenze, a ubriacarsi di musei, a drogarsi di cultura e assuefarsi al desiderio di sapere” perché “il cambiamento ha un’irresistibile marcia in più se viene voluto, attivato e condotto da giovani colti e preparati”.

Come Francesca e, ne siamo sicuri, tanti altri studenti.