Il funicolo condiviso

Il nascituro d’oggi, legato, sin dai propri albori, alla vitalità attraverso un funicolo che permette il proprio sostentamento, è supportato, non appena la realtà spalanca le sue porte, da un ulteriore cavo da cui difficilmente si scollegherà. L’alimentazione del proprio sistema non è in funzione di un singolo individuo. La ramificazione di questo “cordone” detta l’appartenenza non al singolo bensì a coloro che condividono la sua stessa natura.

L’avanguardia è la dimostrazione, l’applicazione, la messa in pratica di ideali posti a semplificare la vita di ognuno di noi. Trent’anni fa, la comparsa di sistemi che permettessero la crescente connettività, era mera utopia. Ora è realtà.

Viviamo un’epoca già vista; un periodo storico dove il pensiero dell’improbabile si plasma nel concreto, agli occhi degli ignari, nell’assurdo.

Agli occhi dei miscredenti, in termini tecnologici, il rimpiazzo d’ogni cosa che contrasti la comodità, ci porterà ad affrontare scenari visibili solamente agli occhi di John Connor. Parlando terra terra: perché mi devo preoccupare di assumere un assistente quando, “ad un unico stipendio iniziale”, posso averne uno a tempo indeterminato che occupa qualche centimetro cubo? Perché mi devo alzare dal sofà quando richiamando l’azione del televisore posso porgli il comando desiderato, senza compiere l’impresa, degna degli scritti omerici, di fare movimenti che richiedono basso dispendio di energia?

Perché…insomma potrei elencare a dismisura esempi protratti dalla realtà di chi si sta modellando al domani.

Il potenziale rimpiazzo di oggetti al nostro servizio, senza aprire scenari degni di un olocausto nucleare, per contribuire alla facilitazione delle nostre richieste, spaventa e affascina al contempo.

Come detto poc’anzi, la soddisfazione della richiesta è agevolata dalla interconnessione di dispositivi intelligenti. Negli ultimi anni, girando gli angoli di qualunque negozio di elettronica, siamo assiduamente attratti e bombardati dalla promozione di televisori, console, impianti luminosi distinguibili da quelli, caduti ora nel vintage e nel retrò. Smart, intelligenti.

Anche se si celasse il genio maligno cartesiano o una forza impersonale atta solo al proprio perpetuarsi, l’adeguarsi ai nuovi servizi che connettendosi alla rete scambiano informazioni su di sé e sull’ambiente circostante, ci rende partecipi di una nuova era che spazia l’essenza per cui tali oggetti vengono creati: agevolazioni.

Tralasciando il contesto domestico, un numero sempre più crescente di aziende, appartenenti a svariati settori, raccolgono una miriade di informazioni, maggiormente note come Big Data (il mercato odierno più redditizio nel mondo), sul consumatore affinché queste possano essere utilizzate a loro favore, senza violare l’intimità del contributore.

Lo scoop del decennio, il fatto sulla bocca di tutti, la ragione per cui ricercatori d’ogni porzione del globo si stillano le menti è l’AI. Chi? Tutti sti acronimi per definire un concetto detto e ridetto: l’intelligenza artificiale (Artificial Intelligence), innovazione e creatività degli sviluppatori imperniate in sistemi capaci di estrarre informazioni utili.

Sovente, è di nostro gradimento la raccomandazione di prodotti affini ai nostri appetiti. Conviviamo da sempre con la pubblicità. Digitale o meno, il produttore ricerca gli interessi del pubblico per i propri scopi. Con l’avvento dei “bit”, la possidenza dei dispositivi collegati alla rete, è direttamente proporzionale al numero di consigli di mercato che quotidianamente ci vengono posti. Non è tutto rosa e fiori. Basilare comprendere che altrettanto proporzionale è la vulnerabilità. Siccome i congegni IOT (letteralmente in inglese “internet delle cose”) sono connessi alla rete, le minacce cyber sono sempre in prossimità. Oltre ai dati, la sicurezza “fisica” potrebbe risentirne. L’abilità dei cracker (detti black hats, ossia esperti informatici che agiscono per un tornaconto personale) consente loro di prendere il controllo in modalità remota di oggetti personali.

Recentemente, abituati al progresso, ci siamo rivelati particolarmente abili all’adattamento.

La tendenza domotica, in quanto effettività, tralascia aspetti primari da prendere in considerazione ancor prima dell’installazione volontaria di impianti IOT.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale europea il 4 maggio 2016, l’attuazione del GDPR, ossia il Regolamento Principale sulla Protezione dei Dati, è avvenuta a distanza di due anni, a partire dal 25 maggio 2018. La prima sezione afferma:

La protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati di carattere personale è un diritto fondamentale. L’articolo 8, paragrafo 1, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea («Carta») e l’articolo 16, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea («TFUE») stabiliscono che ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che la riguardano.

Senza addentrarci nelle altre sezioni della normativa, il soggetto a cui spetta un diritto soggettivo, è chiamato ad assumere un atteggiamento comportamentale che implica l’agire in anticipo per una problematica nella definizione delle modalità di adeguamento.

É evidente l’appartenenza di questa digressione alla cybersicurezza, argomento assolutamente non trascurabile quando si parla di rete. Indipendentemente dal contesto storico, vi saranno sempre i progressisti e i conservatori. I primi visionari, capaci di lasciarsi alle spalle la tradizione, i secondi, fedeli al passato, con uno sguardo scettico verso il progresso. La soluzione è una miscela delle due fazioni. Il troppo stroppia. La consapevolezza è il cardine.

Personalmente, probabilmente per l’ammirazione verso Ritorno al Futuro, mi riconosco nel protagonista, Marty McFly. Nel capitolo due della saga, in una scena, lo ritroviamo, invecchiato, a suonare, come al liceo, la sua chitarra elettrica al centro del salotto della sua casa tecnologica. Nonostante sia attorniato dai familiari, tra cui la moglie e la madre, che “mangiano pane e circuiti” (il film è del 1989 é sembra aver previsto le odierne smart houses), egli si adegua alle circostanze e, contemporaneamente, mantiene il suo attaccamento a ciò che abitualmente faceva un trentennio prima.

Nicolo Vacchino – VF LSSA