L’impatto del Covid sui videogiocatori

In tutte le famiglie, chi più chi meno, è presente una costante paura dei genitori che il figlio sia dipendente dai videogiochi: infatti alcuni studi hanno dimostrato che a lungo andare i videogiochi violenti possono avere ripercussioni sulla vita reale. Da un anno a questa parte, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, che hanno costretto i ragazzi all’isolamento in casa, questa paura è cresciuta, soprattutto perché gli adolescenti hanno aumentato il tempo che passano con i videogiochi.  

Sappiamo tutti che i videogiochi occupano un posto nella nostra società già da alcuni decenni, ma adesso, a maggior ragione, c’è molto più tempo per i ragazzi di scoprire questo nuovo mondo virtuale, e ciò attira dunque allo schermo sempre più giovani. A causa di questa pandemia globale, le case produttrici di giochi hanno avuto un incremento esponenziale dei guadagni: il fattore principale che ha scatenato una popolarità del mondo videoludico sono stati proprio i giovani, che hanno creato una richiesta sempre più importante di queste nuove generazioni di console. Dispositivi per giocare, ce ne sono molti: PC, Playstation, Wii, Nintendo, Xbox, e moltissimi altri ancora; ma adesso, i videogiocatori richiedono console sempre più moderne con prestazioni migliori, e sembrano non accontentarsi mai.  

Molti adolescenti hanno speso le loro giornate davanti al televisore o davanti al computer con gli amici pensando che fosse un modo per socializzare, ma questa era solo una loro sensazione, che invece di combattere la solitudine creata dal Coronavirus, ha solo incrementato i casi di ludopatia.  

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