Ludwig Guttmann: la nascita delle Paralimpiadi

Tutti noi oggi, grazie soprattutto agli avanzati mezzi di comunicazione che ci collegano sempre più facilmente con tutto il mondo, conosciamo il termine “Paralimpiade” e, chi più chi meno, sa di cosa si tratta. Il termine deriva dal greco “para” e  “Olimpiade”, letteralmente: “Olimpiadi parallele”, perché le gare si svolgono parallelamente alle Olimpiadi tradizionali. A differenza di queste ultime, però, a parteciparvi sono atleti con disabilità fisiche, che esse siano menomazioni, sordità o cecità. Ma come, da dove e da chi nasce questa competizione pochi lo sanno. 

Questa storia, quella delle Paralimpiadi e di tutti i giochi e le attività che integrano i disabili in attività sportive e sociali, è per antonomasia la storia di un uomo, un neurologo e dirigente sportivo tedesco naturalizzato britannico che per primo ha veramente creduto nel recupero dei pazienti con lesioni spinali, per primo  ha pensato che potessero ancora avere un ruolo attivo nella società: il dottor Ludwig Guttmann

Guttmann nasce alla fine XIX da una famiglia ebrea ortodossa che nel 1902, quando Ludwig ha ventidue anni, si trasferisce in quella che oggi è la città polacca di Chorzow. Nonostante le modeste dimensioni della città, l’ospedale locale è uno dei primi al mondo a occuparsi degli incidenti sul lavoro. Qui il giovane Ludwig comincia a fare le prime esperienze e nel ‘24 si laurea specializzandosi in neurologia. Dopo la laurea continua i suoi studi nel campo delle neuroscienze e la sua notorietà cresce, rendendolo così uno dei medici più importanti d’Europa. 

Nella prima metà del secolo avere una lesione spinale equivaleva quasi a una condanna a morte, ed è proprio in questo campo che Ludwig indirizza i suoi studi ed  è grazie a lui, oltre naturalmente ad altri medici che hanno seguito più avanti i suoi passi, che oggi non è più così. 

La vera rivoluzione che il metodo di Guttmann avrebbe portato al mondo della disabilità non ebbe però come scenario la Germania di quegli anni, dove il neurologo aveva ormai trascorso una buona parte della sua vita. Gli anni Trenta sono anni dolorosissimi per gli ebrei nella Germania nazista. Ludwig non può che assistere inerme alle sofferenze del suo popolo e, come molti altri intellettuali e scienziati, decide di fuggire con la famiglia in Inghilterra dove, appena arrivato, gli viene offerto un posto come ricercatore presso l’Università di Oxford da cui poi passa all’Ospedale Ortopedico della stessa città. 

L. Guttmann Health and Wellbeing Centre

Nel ‘44 il governo inglese, testimone della genialità dell’uomo e dei progressi che stava facendo compiere alla scienza neuronale mondiale, gli affida l’istituzione del Centro per lesioni spinali di Stoke Mandeville, un piccolo paesino non lontano da Londra. Nella struttura erano ospitati i reduci di guerra con mielolesioni, in gran parte piloti della RAF, la forza aeronautica reale. L’intuizione di Guttmann sta nel fatto che inserisce lo sport quale parte fondamentale del percorso riabilitativo dei disabili, insistendo sulla necessità di non abbandonare a se stessi  i pazienti, ma al contrario di investire su di loro per curarli e sviluppare le capacità residue del loro organismo. Fu con queste convinzioni che introdusse nel percorso di cura la palla medica, le freccette e il tiro con l’arco, fino a inventare un vero e proprio sport ancora oggi praticato a livello paralimpico: il basket in carrozzina. 

Durante le Olimpiadi di Londra del 1948, Ludwig capisce che l’attività sportiva per i mielolesi non deve limitarsi a essere solo parte della riabilitazione, ma può trasformarsi in parte integrante della vita dei pazienti, aiutandoli a ritrovare autostima e fiducia in se stessi per inserirsi di nuovo nella società. Così, lo stesso anno, vengono organizzati i giochi di Stoke Mandeville, le future Paralimpiadi, alle quali, durante la primissima edizione, presero parte venti atleti, di cui quattro donne. Quattro anni dopo, in occasione della seconda edizione, si uniscono ai Giochi dei veterani di guerra olandesi, dando così valenza internazionale alla competizione. Fu però grazie all’aiuto del collega e amico di Guttman, il medico italiano Antonio Maglio, che la competizione raggiunse un traguardo storico per lo sport per disabili. L’accademico italico promosse, infatti,  l’organizzazione delle prime Paralimpiadi ufficiali nella stessa città in cui si sarebbero tenute le Olimpiadi tradizionali.

Fu così che a Roma nel 1960 nacquero le Paralimpiadi.  

Paralimpaidi Roma, 1960

In quell’anno si inaugurò una nuova tradizione che, grazie ai movimenti per i diritti civili a favore delle persone con disabilità che caratterizzeranno i decenni successivi, fu ben accettata dalla società e spinta dai media. Nonostante alcune battute d’arresto derivate dal rifiuto di partecipare e ospitare la competizione di alcun Stati che negavano l’esistenza di persone con disabilità all’interno del proprio territorio nazionale, come nel caso di Russia e Giappone, che sono poi rinsaniti grazie a mediazioni diplomatiche efficaci, le Paralimpiadi sono oggi uno degli avvenimenti sportivi più importanti del mondo, capaci di incollare sulle seggiole degli stadi e sui divani dei salotti di tutto il mondo milioni di persone, producendo un guadagno economico immenso oltre  a quello socio-culturale ed educativo. 

Alla fine, col senno di poi, aveva ragione Ludwig Guttmann, il giovane neurologo ebreo lungimirante che per un periodo era stato apolide, rifiutato, come migliaia di altri, dalla sua stessa patria per una colpa immaginaria.   

Davide Gariazzo
V A LSSP