Ser Boccaccio, il sommo Dante e il divino Inferno

“Ser Boccaccio, il sommo Dante e il divino Inferno”, di scena alle 21 di mercoledì 23 per Vi-vigliano, ci immergerà nelle atmosfere sonore della lingua e della poesia dantesca. Renato Iannì, docente di Lettere dell’ITIS “Q. Sella” e regista/attore del Teatro Stabile di Biella, sarà l’interprete assoluto di un monologo teatrale, di una lezione sulla musicalità della lirica, di un dialogo aperto con il pubblico, in un viaggio intimo sulle pagine più intense della Commedia.

Scritto, diretto, interpretato e anche improvvisato da Iannì, traendo spunti sia dalle opere dantesche, sia dalla sua lunga esperienza di attore e di docente di Lettere nei licei, lo spettacolo esalterà la tempesta dei sentimenti e la scrittura teatrale del divin poeta, riprendendo, con l’originalità didattica della buona lettura, il filo di un discorso che hanno affrontato grandi attori come Vittorio Gassman e Giorgio Albertazzi, Carmelo Bene e Roberto Benigni e, più recentemente e finalmente donne, Piera Degli Esposti e Lucilla Giagnoni. La novità non appartiene solo agli interventi coreografici dei ballerini de L’Arabesque, che daranno intensità visiva ad alcuni brani, ma all’approccio vocale che l’attore avrà nei confronti di un’opera, spesso letta come una litania medioevale, mentre è in grado di farsi eterna musica dell’anima.

Partendo dal Boccaccio del “Trattatello in laude di Dante”, prima opera critica sul poeta, si percorrerà il proemio dell’Inferno, quadro perfetto dell’inquietudine e delle aspirazioni umane. Poi via, ad incontrare Paolo e Francesca, Ulisse e Ugolino… il Purgatorio e il Paradiso… Spiegazioni e commenti saranno rapidi e sicuri, per non rendere pedante una conoscenza emotiva del poeta, attraverso il suo essere politico e credente, ma soprattutto uomo. “Assieme a Leopardi, Dante è l’autore che ho più amato – afferma l’attore – Spesso ci viene presentato come un messo divino che indica agli uomini la via della salvezza. Non è soltanto questo: è soprattutto un flagello per chi infanga il senso stesso del prezioso dono della vita. I suoi veri bersagli sono gli ignavi di sempre, quelli che si lasciano vivere senza prendere in pugno la propria esistenza e le sue responsabilità, sono i numeri senza importanza, che in nome dei un posto su una poltrona indegna, delegano ad altri l’esistenza di tutti. Il suo linguaggio non è puro spirito cristiano, ma il distillato di un realismo assoluto, che parte dalla volgarità dei demoni e, passando per le onnipresenti contraddizioni umane, si eleva verso la perfezione divina. Con Leopardi è il nostro autore più studiato al mondo. Solo Shakespeare può accostarsi a loro senza paura di bruciarsi le ali.

Lo spettacolo avrà luogo all’aperto, in piazza Martiri a Vigliano Biellese (dietro la biblioteca comunale). In caso di maltempo, al Teatro Erios.