Femminismo e cinema: dall’ombelico scandaloso di Raffaella Carrà al femminismo contemporaneo.

Il femminismo è un movimento di rivendicazione dei diritti che punta alla ricerca di una profonda trasformazione culturale e politica e alla modernizzazione del giudizio universale della figura della donna tramite un allontanamento dalle teorie tradizionaliste sulla parità di genere.

Il termine “femminismo” venne utilizzato nell’Ottocento per identificare l’emancipazione delle donne man mano conseguita da generazioni di ragazze. Dalle suffragette dell’800, che si battevano per il diritto al voto, alle femministe contemporanee del 2021, è evidente che vi sia stata una grande evoluzione ancora oggi in atto. Questo movimento è in crescita anche grazie alla grande influenza dei social, sui quali vengono pubblicati e trasmessi pensieri progressisti, messaggi di self-confidence, rivendicazioni del diritto all’aborto, del congedo parentale, della parità retributiva…   

Nella televisione italiana, una delle prime a esporsi liberamente fin dagli anni ‘60 fu Raffaella Carrà. Raffaella, soubrette, cantante, ballerina, attrice, conduttrice televisiva, divenne addirittura protagonista di uno scandalo per la sigla di “Canzonissima”. Si esibì, infatti, con un abito attillato che lasciava scoperto l’ombelico, vestiti, scarpe con il tacco, alto, presentando un’immagine della donna mai comparsa fino ad allora sugli schermi della TV italiana. Oggi sembra quasi una innocente banalità, ma il ballo di Raffaella e il suo modo di apparire furono censurati a seguito delle pressioni del Vaticano e del dissenso dei perbenisti. Eppure, la Carrà divenne così popolare che la stessa Madonna, regina del pop americano, omaggiò Raffaella in un suo tour quasi a simboleggiare un’iconica unione tra grandi donne. Nei brani di Raffaella Carrà traspariva una sessualità libera attraverso argomenti aperti che descrivevano l’amore vero e il potere di amare chi e come si voleva: “L’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu”; “Se per caso cadesse il mondo io mi sposto un po’ più in là / sono un cuore vagabondo che di regole non ne ha”. 

La televisione è sempre stata un grande mezzo di propaganda e di diffusione dei contenuti mandati in onda. Il femminismo dilaga quindi attraverso serie tv, film, cortometraggi e ne diffonde gli ideali. Una bellissima serie tv che ha esordito nel 2020 sulla piattaforma Netflix è stata Chiamatemi Anna, canadese e ispirata al romanzo di Lucy Maud Montgomery, Anna dai capelli rossi. La protagonista ritrae perfettamente l’immagine ideale della donna femminista. Alla fine dell’800, nella città di Avonlea, Anna, la protagonista, non è ancora a conoscenza delle convenzioni sociali che dovrà affrontare poiché imposte dalla società, come il precoce matrimonio. I temi femministi trattati nella narrazione vengono scoperti episodio dopo episodio con la conseguente crescita di Anna e la sua mentalità in via di formazione. Gli argomenti affrontati vanno dal tabù del ciclo mestruale alla colpevolizzazione delle vittime di abusi, fino ad arrivare al desiderio di scappare dalle regole imposte dalla società e dalla famiglia. Con l’intelligenza, l’astuzia e la grande capacità di sognare, Anna riesce a scappare dall’ordinario portando innovazione nelle vite delle altre donne, incoraggiandole ad acquisire padronanza di se stesse uscendo dalle rigide consuetudini.  Il messaggio della vicenda consiste nella volontà della protagonista di emergere nella società senza prevalere sul sesso maschile ma in completa parità. 

Per cambiare le convenzioni sociali è necessario trovare appoggio negli altri e, come Anna, stringere un’unione, una sorellanza e un sostegno reciproco per arrivare al risultato. Il detto “l’unione fa la forza” nel femminismo gioca un ruolo fondamentale ed è l’elemento per cui “ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo”. 

Per fortuna la nostra società è in processo evolutivo e la disuguaglianza diventa sempre più sottile. E’ bene far apprendere agli studenti l’importanza della parità di genere per poter continuare il processo di modernizzazione e apertura mentale. La scuola ha questo compito estremamente rilevante e deve trasmettere certe consapevolezze attraverso l’Educazione civica e attività relative a ogni materia.  

Nell’ora di Tecnologie musicali, materia extra scolastica che affianca le tecnologie moderne alla creatività degli studenti, abbiamo lavorato anche su queste tematiche e ci è stata data la possibilità di approfondire le nostre conoscenze sui diciassette obiettivi dell’Agenda 2030 tra cui appunto l’argomento preferito da me e dalle mie compagne di classe, la parità di genere. Nel nostro progetto abbiamo affiancato le caratteristiche degli animali in natura alle caratteristiche della donna: astuta come la volpe, sensuale come un pavone, acuta come un’aquila, sensibile come una farfalla, ma forte come un leone. L’insieme delle nostre idee ha portato a un risultato finale soddisfacente e ci ha dato la possibilità di approfondire ed esprimere quella che per noi è la bellissima figura della donna. 

  Anna Galasso, 3°F LSSA.M