“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia” spiega Amleto all’amico: Shakespeare consegna così alla storia il suo scetticismo sulla capacità della mente umana di spiegare i fenomeni dell’universo.
Ma il bardo scriveva nel secolo del dubbio, di cui il principe di Danimarca è diventato eterno simbolo. Gli studenti del Duemila la pensano un po’ diversamente e conservano la speranza di poter conoscere almeno qualcosa del cielo stellato sopra di loro.
Così gli allievi di tre classi quinte (C, E, F) del Liceo Scientifico Tecnologico hanno aderito all’iniziativa “Il cielo come laboratorio”, proposta dal dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova, precedentemente lanciata in altre scuole.
Il progetto, coordinato dalla professoressa Marina Soppeno e dal professor Eder Consoli, consiste in un percorso formativo volto a far conoscere la realtà fisica dell’universo, utilizzando la matematica e appositi strumenti, affinchè gli studenti si impossessino gradualmente della metodologia e comprendano le finalità della ricerca astrofisica. Attraverso le lezioni di fisica e di astronomia, tenute dalla docente Alessandra Frassati, i ragazzi saranno preparati ad affrontare un test finale: chi lo supererà, potrà partecipare ad uno stage presso l’osservatorio di Cascina San Clemente ad Occhieppo Inferiore ed effettuare l’analisi spettroscopica e morfologica di stelle, nebulose e galassie, attraverso osservazioni astronomiche e l’uso di programmi ad hoc.
Con la speranza di trovare qualche risposta, diversamente da quel principe triste e sconsolato.
Francesca Pamparana Cristina Sauda