La peer education è una strategia educativa mirata a responsabilizzare i giovani nell’ambito della promozione della salute e, più in generale, nella prevenzione dei comportamenti a rischio, mediante la condivisione “tra pari” di emozioni, conoscenze ed esperienze. Può svolgersi in luoghi e ambiti diversi: a scuola, in un centro sportivo, presso un circolo, sul posto di lavoro o addirittura per strada, dove i ragazzi si incontrano.
La LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) ha dato la possibilità a tre studenti del nostro Istituto di partecipare a un incontro a Reggio Emilia finalizzato alla formazione dei peer educator.
Noi siamo stati selezionati e, il 10 gennaio, accompagnati dalla professoressa Annamaria Fioravanti, abbiamo raggiunto Villa Rossi, la nostra destinazione.
Dopo l’accoglienza da parte del direttore della LILT di Bologna e di alcuni medici, sono stati costituiti dei gruppi formati da studenti provenienti dalle diverse scuole, all’interno dei quali abbiamo condiviso i nostri “vissuti” e le nostre esperienze. La nostra iniziale timidezza si è a poco a poco dileguata anche attraverso la partecipazione a giochi di ruolo e lo sviluppo di tecniche di scrittura creativa e di comunicazione non verbale.
Tanti i temi che sono stati affrontati: il fumo, l’abuso di alcol, il bullismo, la discriminazione, insomma problemi che, purtroppo, toccano da vicino il mondo dei giovani. In particolare, attraverso il linguaggio del corpo, abbiamo rappresentato la nostra idea di “cambiamento” e di “comunicazione”, esprimendo noi stessi, in modo libero e spontaneo.
Nell’ambito di altri “giochi” abbiamo scelto l’animale che secondo noi possiede le qualità di un peer (l’aquila, in quanto riferimento simbolico di molti popoli antichi; la formica, perché sa integrarsi nella propria società; il delfino, perché conosce la condivisione, la collaborazione e vive all’interno di un gruppo); mentre sul piano della comunicazione, abbiamo fatto un gioco nel quale uno di noi doveva spiegare una figura nel modo più dettagliato possibile agli altri, che non potevano vederla, ma che dovevano cercare di disegnarla.
Alle 18,30 ci siamo trasferiti presso il “Best Western Classic Hotel” e alla fine della giornata abbiamo preso parte ad un teatro interattivo, il cui tema era “Il peer dev’essere ben inserito nel gruppo e capace di muoversi bene tra i coetanei”.
Il giorno successivo abbiamo svolto delle attività mirate a creare un rapporto confidenziale fra gli operatori e noi giovani e al termine abbiamo partecipato a un “confronto plenario” con gli adulti su quanto appreso e sugli interventi attuabili nella nostra regione, non solo in ambiente scolastico, ma anche nella realtà esterna.
Prima di partire ci è stato chiesto di riassumere con una sola parola la nostra esperienza e le nostre definizioni sono state: partecipazione, istruzione e condivisione.
In effetti, secondo noi, queste due giornate trascorse a Reggio Emilia sono state molto interessanti, molto diverse rispetto a quelle che erano le nostre aspettative e molto formative, poiché adesso abbiamo una maggiore consapevolezza dei processi comunicativi che si verificano nel “gruppo dei pari”.
Giovanni Brusaferro, Wafaa Dabbar, Giulia Zanone Poma Classe 3ª B – CMB-CBS