Spesso, per sensibilizzare noi adolescenti, gli insegnanti ci chiedono di svolgere testi o affrontare discussioni sul bullismo o sul cyberbullismo, un genere particolare di questo drammatico fenomeno, perché “passa” attraverso un utilizzo sbagliato di internet, in particolare dei social network. Molti ragazzi, infatti, sono vessati dai propri coetanei attraverso lo schermo di un computer; le vittime, secondo dati recenti, sono in continuo aumento.
Parlare di bullismo, però, non è facile, anche perché spesso la realtà va ben oltre l’immaginazione. Proprio per essere aiutati a capirne le dinamiche, nell’ambito del progetto “Noi Gruppo”, tre delle classi prime del nostro Istituto, il 6 dicembre hanno partecipato al primo incontro in programma, quello con le Forze dell’ordine. L’iniziativa, coordinata dalla professoressa Raffaella Cerciello, è un primo passo per affrontare in maniera incisiva il fenomeno della violenza tra gli adolescenti.
Si è trattato di un momento formativo che ha generato una conversazione interessante e proficua su un disagio che coinvolge molti giovani come noi, isolandoli dal contesto scolastico e sociale o, nei casi più tragici, spingendoli a gesti estremi; per questo motivo, in questi ultimi anni, è cresciuta la presenza di sportelli per l’ascolto dei ragazzi vittime del bullismo. Per esempio a Biella, presso la sede della Polizia di Stato, si trova un ufficio riservato ai minori, che possono sporgere denuncia, nel caso siano oggetto di atti di bullismo, e in ogni scuola è presente un referente che coordina le iniziative di prevenzione e di contrasto al cyberbullismo.
Durante l’incontro abbiamo parlato del ruolo del bullo, di chi è “bullizzato”, ma anche di chi sta intorno a queste due figure. In molti casi, infatti, i bulli prendono di mira ragazzi più deboli, sia psicologicamente sia fisicamente, che vengono derisi anche da altri compagni, gli “spettatori” che diventano bulli a loro volta, non prendendo le parti delle vittime e non denunciando la violenza a cui hanno assistito. In altre parole, spesso chi è aggredito non ha paura solamente del suo persecutore, ma di tutto il contesto che gli sta intorno: il bullo è l’attore, i compagni sono il pubblico che ride e si diverte, sono quelli che rendono ancora più angosciante la solitudine della vittima.
La Polizia ci ha, infine, mostrato il video di Guerriero, un brano scritto da Marco Mengoni, invitandoci a prendere coscienza che noi tutti dobbiamo essere dei guerrieri, aiutandoci vicendevolmente a sconfiggere le nostre paure, non lasciando nessuno da solo, convinti di poter vincere attraverso la collaborazione e la solidarietà.
Noi siamo gli uomini del domani e saremo guerrieri, ma dobbiamo esserlo fin da adesso, lottando contro il bullismo, anche grazie al progetto “Noi gruppo”, per l’attuazione del quale
ringraziamo la nostra professoressa Angela Nolfo, la professoressa Raffaella Cerciello, referente del progetto, e le Forze dell’ordine.
Nicolò Merlin e Dario Giacomone D, classe I I IT.ST.IT