Martedì 26 marzo noi delle classi III A CMB.CM e III B CMB.CBS, accompagnati dalle Professoresse Brusasca, Oreni e Sala, abbiamo partecipato al progetto “Un giorno al Cottolengo”.
Il programma prevedeva di trascorrere una giornata
a contatto con le persone che vivono in questa struttura facendo delle attività
insieme a loro.
L’idea non è stata accolta da tutti in maniera
positiva, molti ragazzi erano dubbiosi,
forse perché spesso abbiamo sentito dire che al
Cottolengo ci sono persone “strane” da evitare in quanto “diverse”.
Quest’esperienza è invece servita ad aprirci gli occhi su una realtà alla quale non abbiamo mai dato molta importanza. Ci siamo resi conto che i pazienti sono persone come noi, solamente con difficoltà e bisogni diversi dai nostri.
Abbiamo potuto constatare che le persone all’interno di questo Istituto non sono dei “mostri” come spesso li si descrive.
Nella società attuale si tende a etichettare ciò che non si conosce definendolo “diverso” o “strano”.
Ma chi può stabilire chi è normale e chi no?
Grazie a questa giornata siamo riusciti a capire maggiormente le difficoltà delle persone con problemi fisici e psichici di diverso tipo.
Abbiamo imparato che per una persona in carrozzina è difficile dover salire su un marciapiede senza una rampa, per una persona senza un braccio è difficile vestirsi, per una persona sordomuta è difficile poter comprendere ciò che gli altri dicono.
Abbiamo compreso
che nella vita bisogna imparare ad apprezzare anche le piccole cose.
Spesso diamo per scontato ciò che abbiamo, come
se tutto fosse dovuto.
Entrare in contatto con una realtà “diversa” è
stato utile, se non indispensabile in quanto ci ha permesso di capire
com’è veramente la vita.
Non tutti sono fortunati e dobbiamo imparare ad aiutare chi ha bisogno, a partire dalle persone diversamente abili che ci circondano.
L’esperienza è stata stupenda e speriamo vivamente che la scuola continui a proporla negli anni.
Uno sguardo sulla vita “vera” non fa mai male.
Amina Bellil III A CMB.CM
Giada Piccoli III B CMB.CBS