Amare la montagna

“Amare la montagna”: fare cultura curando l’ambiente

Tra i tanti progetti scolastici proposti agli studenti, quello intitolato “Amare la montagna” ha avuto negli ultimi anni un larghissimi seguito e  davvero molti consensi. L’iniziativa, organizzata dall’IIS “Q. Sella” in collaborazione con il CAI e con il Panathlon,  è nata sei anni fa grazie agli spiriti volenterosi di alcuni insegnanti, in particolare la professoressa Daniela Azario, -che l’anno scorso ha passato il testimone alla prof. Rita Repetto- e il professor Fabrizio Corbetta, e di tanti volontari del CAI che hanno coinvolto gli allievi del nostro Istituto.

Il numero dei partecipanti è cresciuto di anno in anno fino a raggiungere un totale di circa 100 adesioni. Il successo del progetto, che proprio in questi giorni ha ottenuto una nomination per l’attribuzione del prestigioso “Premio Meroni” nella categoria “Cultura”, è da attribuirsi, fra l’altro, alle insolite e originali attività che vengono effettuate. Ogni anno, infatti, durante il periodo estivo, sono pianificate sei uscite a distanza di una settimana l’una dall’altra: gli studenti si radunano e partono tutti insieme alla volta di una località in montagna. Il bello, però, è che dalla mattina al pomeriggio i ragazzi non si limitano a percorrere i meravigliosi sentieri del nostro territorio, ma, armati di vernici bianche e rosse, pennelli, cesoie, forbici, zappette, targhette, pali, trapani e viti, si dedicano anche alla loro pulizia e ristrutturazione.

Ritracciare i percorsi, ripulirli e restaurare l’opportuna segnaletica per i ragazzi significa soprattutto rendersi utili fornendo un servizio importante a chi percorrerà quella strada. Durante ogni uscita vengono scelti itinerari diversi,  caratterizzati da un analogo livello di difficoltà; durante queste ore passate a stretto contatto con la natura i giovani hanno, quindi,  l’opportunità di scoprire il piacere della dedizione al lavoro,  la soddisfazione che succede all’impegno e alla fatica, nonché la bellezza di stare insieme condividendo duro lavoro e sano divertimento.

Grazie ai volontari del CAI e alla loro esperienza, molte uscite si sono, inoltre, rivelate formative e funzionali per chi, nell’ottica del percorso di alternanza scuola-lavoro, oggi  PCTO (Percorsi per le  Competenze Trasversali e per l’Orientamento), era in cerca di nozioni da fare proprie e di storie da raccontare. È proprio questo ciò che faranno gli studenti del triennio, durante la serata del 29 novembre, momento conclusivo in cui esporranno i temi e gli obiettivi del progetto, i loro riscontri e  le loro considerazioni.

Nel frattempo, alcune classi della nostra scuola stanno gettando le basi di una nuova attività collegata al progetto, con l’aiuto del professor Marcello Vaudano, presidente del DocBi: gli studenti sono stati chiamati a creare e scrivere brevi scene teatrali che illustrino la vita degli operai che circa 150 anni fa percorrevano sentieri impervi per raggiungere, dopo un faticoso cammino, le sedi delle loro fabbriche. Alcuni di questi “quadri”, saranno suggestivamente allestiti il prossimo anno sul sentiero che da Baltigati conduce alla Fabbrica della Ruota: gli attori di Teatrando, così come avviene da due anni, ridaranno vita alla fatica e alla sofferenza, ma anche alle speranze e agli amori di quei nostri lontani progenitori.

Chiara D’Aloia