Nell’ambito delle iniziative di prevenzione organizzate per gli studenti delle biotecnologie sanitarie, il 4 dicembre presso la Succursale di Città Studi, si è parlato diictus cerebrale con il professor Carlo Gandolfo, specialista in Neurologia, professore Ordinario all’Università di Genova e fondatore del Centro ictus del Policlinico San Martino di Genova.
L’ictus è strettamente legato all’età. Sono 150.000 i casi che si verificano ogni anno in Italia (la maggior parte dopo i 65 anni) e circa 1 milione le persone che ne portano le conseguenze: l’ictus è la terza causa di morte, la prima di invalidità e la seconda di demenza.
Perché parlare ai giovani di ictus? Intervenire precocemente, riconoscendo i sintomi, chiamando i soccorsi ed effettuando le corrette terapie, consente non solo di ridurre il rischio di mortalità, ma soprattutto gli esiti, spesso invalidanti, di questa malattia. Insegnare ai giovani quali sono i fattori di rischio è quindi utile per evitare oggi comportamenti e cattive abitudini che potrebbero portare a gravi conseguenze un domani.
Le politiche che incidono sulla riduzione della mortalità e della morbosità delle malattie cerebrovascolari, intervenendo sui fattori di rischio modificabili, devono essere adottate fin dalla giovane età in modo da mantenere nel corso della vita un profilo di rischio favorevole; sulla prevenzione primaria, che resta l’arma più valida e importante per combattere questo tipo di patologie, molto è stato fatto e tanto si può ancora fare a partire dalla scuola.
Professor Stefano Laurora