Mercoledí 22 gennaio, si è tenuta nella nostra aula magna una conferenza sul tema delle tartarughe e sull’inquinamento che mette a rischio la loro vita; relatrice la biologa marina Alessandra Bielli, che, dopo aver conseguito il diploma al Liceo scientifico di Biella, ha proseguito gli studi in Europa prima di spostarsi come volontaria in Costa Rica, Guatemala e come ricercatrice in Perù, dove collabora tuttora con una ONG.
Nel corso della serata, ha presentato la sua ricerca, illustrando le specie originarie delle tartarughe marine a partire da Archelon (l’esemplare più imponente mai rilevato) per arrivare alle 7 specie odierne, tra le quali solo una non è in pericolo d’estinzione.
Le tartarughe sono animali affascinanti e longevi, hanno un ciclo vitale semplice ma denso di difficoltà e di pericoli. Nonostante le tante uova che possono deporre in una sola stagione, gli esemplari presenti nei mari e negli oceani del globo sono in numero limitato anche a causa dell’uomo e dell’inquinamento che produce. Le plastiche, infatti, vengono spesso scambiate per cibo e ingerite, mentre sono cifre esorbitanti quelle delle tartarughe che vengono catturate a causa della cosiddetta “pesca accidentale”: rimangono cioè impigliate, pur non essendo l’obiettivo dei pescatori, in particolare nelle reti fisse, che causano la loro morte per la loro scarsa autonomia sott’acqua.
La dottoressa Bielli sta collaborando a un progetto che rende visibili le reti, applicando luci LED verdi in modo che tartarughe e cetacei possano evitarle. Queste luci sono già state testate e hanno riportato risultati positivi, mantenendo intatta la funzione della pesca delle reti stesse. Fino ad ora i test sono stati sponsorizzati dalle ONG: è auspicabile che presto i governi contribuiscano alle spese per agevolare le piccole attività pescherecce.
È fondamentale proteggere questi animali per il loro ruolo nell’ecosistema: sono, infatti, fonte di cibo per i grandi predatori marini e, grazie alla deposizione delle uova, contribuiscono al mantenimento della flora delle spiagge, mentre sui fondali marini permettono un equilibrio tra coralli e spugne.
La biologa si è, infine, raccomandata con il pubblico presente di contribuire alla causa, facendo acquisti consapevoli, controllando la provenienza e il metodo di pesca utilizzato prima di acquistare il pesce. Giovani e meno giovani si sono dimostrati interessati e hanno partecipato, ponendo molte domande ad Alessandra al termine della sua coinvolgente esposizione.
Nicole Destro, IV F LSSA
Foto di Antonio Mantovan