#iorestoacasa: da ormai 9 settimane la scuola italiana è chiusa, tutti (o quasi) a casa nel tentativo di contenere il più possibile la diffusione del virus Covid 19. E’ chiusa ma non è ferma: studenti e docenti sono impegnati nella didattica a distanza. Con l’aiuto delle presidenze, del personale amministrativo, dei genitori (soprattutto per quel che riguarda i più piccoli), i docenti propongono lezioni virtuali agli studenti delle diverse fasce di età. Una sorta di realtà congelata, una vita sospesa in cui alle difficoltà organizzative si sommano quelle emotive e psicologiche. Le abitudini si sono bruscamente interrotte, così come le relazioni in presenza; tra le quattro mura di casa la convivenza forzata h24 può portare all’acuirsi dei piccoli e normali screzi quotidiani e di quelle che possono essere in alcuni casi dinamiche già di per sé critiche e complesse da gestire. L’adolescente forse più di ogni altro ha bisogno di poter vivere situazioni di scambio concreto, di contatto fisico, di esperienze vissute nel presente e che permettano di immaginarsi quel futuro verso cui è naturalmente proiettato. Anche gli adolescenti di oggi, così in sintonia con il digitale nelle sue diverse forme, sentono il peso della situazione contingente.
In una realtà di questo tipo, accanto all’emergenza sanitaria e alla necessità di preservare la salute fisica, ha ben presto assunto importanza fondamentale la necessità di occuparci anche del disagio emotivo che i nostri ragazzi possono portare con sé in questa quotidianità surreale. Pertanto, l’ITIS “Q. Sella” di Biella ha ritenuto opportuno, come sta accadendo in molte realtà scolastiche e territoriali e anche secondo le indicazioni dell’Ordine Nazionale Psicologi, riattivare lo sportello d’ascolto rivolto agli alunni, una realtà presente da più di quindici anni all’interno dell’offerta del Servizio di Attenzione alle problematiche giovanili. Il servizio è curato dalla psicologa dr.ssa Alessandra Tamiati e coordinato dal prof. Federico Fumero, in collaborazione con il preside, prof. Giovanni Marcianò, e la vicepreside, prof.ssa Claudia Gariazzo.
I colloqui si svolgono attraverso il canale digitale, per lo più in videochiamata, e mantengono nel limite del possibile la cornice che era offerta dal servizio in presenza in quanto a tempi e metodologie. I ragazzi hanno dimostrato fin da subito di saper vivere questa opportunità in maniera seria, responsabile e consapevole. Il colloquio a distanza assume, a tutti gli effetti, le caratteristiche di un colloquio di consulenza psicologica, secondo le fasi che lo contraddistinguono e permettendo di giungere a un livello di profondità e messa in discussione prossimo a quello che si potrebbe raggiungere nella realtà. Il media digitale non raffredda la relazione e non frappone ostacoli fra gli interlocutori. I casi in cui la timidezza e la riservatezza potevano essere elementi critici rispetto a una richiesta di presa in carico, vengono in questa situazione alleggeriti dallo strumento e dalla modalità semplificata di accesso al servizio (è sufficiente una mail alla consulente o un contatto telefonico con il referente del servizio).
Sono giunte richieste sia da studenti che già avevano usufruito del servizio nella prima parte dell’anno scolastico, sia da ragazzi che si avvicinano per la prima volta a questa opportunità. Le richieste sinora pervenute sono distribuite sui diversi indirizzi di frequenza. Si rileva una maggior propensione al confronto da parte degli studenti in frequenza al triennio: si può ipotizzare che la maturità e la presumibile maggior consapevolezza di sé e della situazione li abbia portati a percepire le esigenze emotive in maniera più articolata e a essere più vicini all’idea di farsene carico e affrontarli.
Principale criticità è la gestione della riservatezza: l’essere in casa con il resto della famiglia crea un velo di imbarazzo, per la mancanza di quello spazio privato di cui la persona avrebbe bisogno per sentirsi a suo agio nell’aprirsi all’ascolto e al confronto. Proprio per questo, ogni richiesta di consulenza viene accolta cercando di rendere il contatto telefonico il più agile e agevole possibile. La prima tappa di un buon ascolto consiste proprio nel sentirsi accolti!