Come ha fatto Dante a integrare entro la Commedia le “scienze” che apparentemente dalla poesia sono più distanti, rendendole strumenti per veicolare i profondi significati dell’opera? É possibile fare poesia con i numeri, con le figure geometriche, con i corpi celesti e con le note musicali?
Attraverso la lettura e l’analisi di alcune terzine del Paradiso, ha risposto a queste domande la dott.ssa Francesca Carnazzi, attualmente dottoranda in “Filologia, Letteratura e Scienze dello Spettacolo” presso l’Università degli Studi di Verona e vincitrice del premio “miglior laureata del Corso di laurea in Lettere”, per l’Anno Accademico 2016-2017, del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Il 15 e il 16 aprile, la giovane studiosa è stata la relatrice degli incontri organizzati dalla prof.ssa Monica Aguggia e rivolti al triennio del Liceo Scienze Applicate sul tema “Dante e le scienze. Le arti del quadrivio nel Paradiso: alcuni esempi”.
Dopo una breve nota di contesto relativa alla Firenze tra i sec. XIII e XIV e alcuni cenni alla vita di Dante, Francesca Carnazzi ha illustrato il rapporto tra il poeta e le “scienze”: ha spiegato ai ragazzi cosa e come studiava uno studente vissuto più di settecento anni fa durante il suo percorso di formazione; ha parlato, quindi, anche delle arti liberali, soffermandosi, in particolare, sulle arti del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia e musica) e sulla loro presenza, principalmente in forma di riferimenti tematici e di figure retoriche, nella cantica del Paradiso.
Gli interventi degli studenti hanno sottolineato come oggi più che mai si senta l’esigenza di un’integrazione tra discipline umanistiche e discipline scientifiche, al fine della formazione di donne e uomini non solo colti, ma soprattutto liberi.
Come ha fatto il genio di Dante a a integrare entro la sua macchina poetica anche i saperi che apparentemente dalla poesia sono più distanti, rendendoli strumenti per veicolare i profondi messaggi dell’opera? In altre parole, è possibile fare poesia con i numeri, con le figure geometriche, con l’abaco, con il compasso, con i corpi celesti e con le note musicali?
Attraverso la lettura, l’analisi e l’interpretazione di terzine specifiche del Paradiso, ha risposto a queste domande la dott.ssa Francesca Carnazzi, dottoranda in Filologia, Letteratura e Scienze dello Spettacolo presso l’università di Verona, dopo aver ricevuto il premio come miglior laureata, per il biennio 2016-2017, del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università del Piemonte Orientale.
Giovedì 15 e venerdì 16 aprile, la giovane dantista è stata la relatrice degli incontri organizzati dalla prof.ssa Monica Aguggia e dedicati al triennio del Liceo Scienze Applicate, sul tema Dante e le scienze. Le arti del quadrivio nel Paradiso: alcuni esempi.
Dopo una breve nota di contesto relativa alla Firenze tra i sec. XIII e XIV e alcuni cenni alla vita di Dante, Francesca Carnazzi ha illustrato il rapporto tra Dante e le scienze: ha spiegato agli studenti di oggi cosa e come doveva studiare un ragazzo vissuto più di settecento anni fa per essere considerato “istruito” dalla società; ha parlato, quindi, delle arti liberali e si è soffermata sulle Arti del quadrivio (geometria, aritmetica, astronomia e musica) e sulla loro presenza nel Convivio e nel Paradiso.
Per motivi di gestione della pagina, pubblicheremo un più ampio resoconto nei prossimi numeri del giornale.