Questo testo non sarà una semplice intervista sull’equitazione, ma il racconto di Gaia Barberis e della sua esemplare storia sull’amore per gli animali.
Come è nata la tua passione?
È nata quando avevo 4/5 anni, e guardando mia mamma che cavalcava, mi venne voglia e così, a 6 anni iniziai a cavalcare.
Quando hai iniziato a cavalcare, puntavi alle gare o cavalcavi solo per piacere?
All’inizio sì, è partito come desiderio di arrivare ad alti livelli di competizione, e dati i miei risultati non avrei avuto problemi; ma poi Biancanera (il cavallo di Gaia, n.d.r.) nel 2018 si accecò ad un occhio e così decisi che invece di cambiare cavallo e continuare le competizioni preferivo continuare a cavalcare con lei.
Parlaci un po’ della tua cavalla
Si chiama Biancanera, ha 13 anni e sono con lei da 6 anni. Non mi è sempre appartenuta, infatti l’ho presa nel passaggio da pony a cavallo e la tenevo per conto di un’altra persona, quando questa non c’era.
Quando hai capito che ti piaceva cavalcare?
Dal punto di vista agonistico, nella prima gara.
Quando decidesti di non cambiare cavallo, che cosa successe?
Mi accorsi che, piano piano, nel nostro maneggio ci stavamo dividendo in due gruppi: quelli che gareggiavano e quelli che cavalcavano normalmente; io scelsi di cavalcare normalmente per amore dell’animale, ma visto che ero brava, qualcuno mi diceva che avevo fatto male e che avrei dovuto gareggiare.
Se tu potessi rivedere quello che hai fatto cambieresti qualcosa? E perché?
Non cambierei nulla: sono felice di quello che ho fatto, con tutte le conseguenze che ciò ha comportato, perché grazie a questo ho capito anche chi erano i veri amici.
Marco Frassati
2°F LS.SA.M