Il titolo non mente: sabato 27 novembre alcuni ragazzi di quarta e di quinta del nostro Istituto hanno preso parte alla visita organizzata dai rappresentanti d’Istituto al salone dell’orientamento Job Orienta, tenutosi nella città di Verona.
Certo, non è stata una vera e propria visita d’istruzione – o, come noi studenti preferiamo chiamarla, una gita – ma i partecipanti non sono certo tornati a casa delusi, anzi!
Però, cerchiamo di capire meglio perché sono andati a Verona. Cos’é il salone dell’orientamento?
Job Orienta, come affermato in precedenza, è innanzitutto stato proposto dai rappresentanti d’Istituto che, a loro volta, ne sono venuti a conoscenza sentendone parlare da altre scuole e hanno deciso di portare l’iniziativa anche da noi.
Il salone dell’orientamento veronese, come suggerisce il nome, è un grande spazio nella zona di Veronafiere che raccoglie stand di tutte le scuole post diploma e corsi per gli insegnanti. In particolare, agli studenti che vi hanno partecipato, è servito ad ampliare i loro orizzonti universitari, tant’è che qualcuno ha scoperto nuovi interessi verso facoltà che prima nemmeno sapeva esistessero.
“È stato particolarmente difficile organizzare il tutto”, afferma Gaia Neggia, una dei rappresentanti in carica che ha contribuito all’organizzazione della visita. “Il problema più grande, ovviamente, è stato il Covid perché, visto che i pullman hanno una capienza dell’80%, dovevamo trovare il modo di far stare tutti gli studenti contenendo la spesa; inoltre, il Green Pass era obbligatorio per l’entrata e anche questo è stato fonte di disguidi.”
Per partecipare, gli studenti interessati hanno dovuto compilare un form creato e condiviso dai rappresentanti che però ha creato un po’confusione, come ci chiarisce Gaia:
“Non tutti avevano capito che bisognasse prenotare la visita, oltre che sul form, anche sul sito ufficiale di Job Orienta e quindi, una volta arrivati, non tutti i ragazzi hanno avuto immediatamente la possibilità di entrare, ma siamo comunque stati in grado di mostrare tutto a tutti: infatti, un gruppo è entrato al mattino fino e l’altro al pomeriggio.”
“Potrebbe sembrare poco il tempo per visitare tutto il salone, ma in realtà era organizzato in modo molto razionale e preciso, in modo da permettere di orientarsi facilmente anche grazie alla divisione in aree tematiche, rappresentate su una mappa consegnata all’ingresso. Naturalmente era auspicabile che ciascuno avesse già un’idea perlomeno vaga dei diversi ambiti di interesse – scienze, design, militare, lingue, ecc.”
Gli stand universitari, oltre a regalare gadget che i ragazzi hanno particolarmente apprezzato, offrivano anche la possibilità di parlare direttamente con i referenti, di chiedere informazioni sui corsi e di iscriversi alle loro newsletter che danno informazioni anche su futuri open-day.
Oltre alle università erano presenti anche scuole di alta formazione e dunque scuole di cucina, cucito, per parrucchieri… che offrivano una vera e propria esperienza sia teorica sia pratica.
“Per quanto riguarda l’estetica, negli stand erano presenti ragazze e ragazzi che mettevano lo smalto o altri che praticavano acconciature e altri ancora che cucinavano. Era possibile assistere anche a workshop: ad esempio, noi abbiamo visto con interesse quello del parco divertimenti di Gardaland che mostra la difficoltà nella gestione di un parco e nella scelta dei dipendenti.”
Sia rappresentanti sia alunni si ritengono soddisfatti dell’esperienza che li ha portati a conoscere nuove opportunità e a ottenere approfondimenti relativi a quanto magari già conoscevano più superficialmente e che, nel complesso, avranno sicuramente facilitato la loro futura scelta universitaria.
Durante la mia piccola indagine, ho ricevuto solo un generale feedback positivo ed entusiasta. Tutti quanti, nonostante la dura levataccia mattutina, sono soddisfatti del salone e molto contenti di esser riusciti finalmente a fare due passi per le vie della magnifica città di Romeo e Giulietta.
Alla luce di ciò, non si può che fare i complimenti ai nostri cari rappresentanti per esser riusciti a mettere in piedi un’esperienza così produttiva e sperare che si possa replicare anche in futuro.
Martina Romano, 4 C LSSAM