I Rinogradi 

I rinogradi sono un curioso gruppo di animali recentemente estinti, autoctoni dell’arcipelago di Hy-yi-yi (collocato nell’Oceano Pacifico) anch’esso sparito causa vari stress tettonici, cancellando per sempre questi ecosistemi unici nel loro genere e i loro bizzarri abitanti. 

La prima descrizione di Hy-yi-yi pubblicata in Europa fu quella di Einar Pettersson-Skämtkvist, un esploratore svedese giunto per caso a Hiddudify (isola principale) nel 1941, dopo essere fuggito da un campo di prigionia giapponese. Ciascuna delle isole ospitava una fauna distintiva, caratterizzata dall’assenza di mammiferi se non qualche toporagno. Questa nicchia ecologica vuota nel corso dell’evoluzione venne colmata dalla presenza di questo nuovo ordine di mammiferi discendenti dei primi pionieri soricomorfi (toporagni) che approdarono su quelle terre circa 156 milioni di anni fa. 

Biologia 

In questo rigoglioso ambiente, privo di predatori e competitori, i rinogradi iniziarono una rapida diversificazione e speciazione generando 14 famiglie, per un totale di 189 specie, altamente differenti tra loro ma tutte accomunate da un singolare organo chiamato muscolo naso-ambulaclare, detto nasorium, che, come suggerisce il nome, si è evoluto dai tessuti muscolari del naso come strumento di locomozione, sviluppando anche capacità prensili e di manipolazione come nelle proboscidi dei Proboscidea (elefanti e affini).   

In tassonomia li si differenzia in gruppi, in base al numero di ramificazioni del nasorium: Monorini con un solo naso, Polinasi (più nasi) a loro volta suddivisi in Tetrarini (4 nasi) ed Esanasidi (6 nasi); inizialmente queste grandi differenze fecero pensare a una speciazione polifiletica, ma poi si comprese trattarsi di un fenomeno monofiletico in quanto si attribuisce l’origine a un antenato comune noto come Protorrino di Haeckel, Archirrhinos haeckelii, la più antica testimonianza di questo ordine e la prima comparsa di un rudimentale nasorium in letteratura. 

Queste numerose specie sono altamente varie e l’uso del nasorium è altrettanto singolare, variando da specie a specie; molte usano queste appendici per muoversi con conseguente atrofizzazione degli arti, in altri casi sono utilizzate per scavare sia nel terreno che nel legno tenero, altri rinogradi trascorrono una vita sessile nascosti nelle tane lasciando ai nasi il compito di recuperare il cibo come i tentacoli negli anemoni.  

Storia-conservazione 

Ad oggi, tutti i rinogradi sono estinti; le uniche fonti che sono pervenute fino a noi sono pochi animali imbalsamati e costuditi gelosamente da pochi musei. La più preziosa e accurata testimonianza scritta (e unica) è lo studio sui rinogradi del naturalista Harald Stümpke, accreditato come autore del libro del 196, Bau und Leben der Rhinogradentia (tradotto in inglese nel 1967 come The Snouters: shape and life of rhinogrades), ricco e accurato saggio che descrive con cura i comportamenti e l’anatomia in maniera estremamente accurata rendendo questo scritto fondamentale per la ricostruzione della storia della vita sulla Terra. La prima testimonianza di queste creature però ci è fornita da una poesia di Christian Morgenstern “Das Nasobēm dove l’autore descrive un esemplare di Nasobema lyricum (la poesia è antecedente alla scoperta da parte della scienza di questo animale, ed è da questa che si è scelto il nome per classificare questa specie). 

Alcuni esempi 

I più noti tra questi animali sono Otopteryx volians e Hopsorrhinus aureus, in quanto molti degli esemplari che sono conservati imbalsamati nei musei appartengono a queste specie. 

Il primo ha grandi orecchie mobili con cui plana dopo essersi dato una spinta all’indietro col naso, l’altro si dà la spinta e si muove grazie all’appendice nasale per cacciare piccoli invertebrati con la coda provvista di un aculeo velenifero. 

Altri celebri esempi sono Eledonopsis suavis con 6 nasi mobili con cui interagisce con il mondo esterno al sicuro nella propria tana; i tyrannonasi feroci predatori e cacciatori di più piccoli rinogradi; Emunctator sorbens che utilizza le propie secrezioni nasali per invischiare i pesci di cui si nutre. 


Rivelazioni 

Spero che un minimo di sospetto vi sia sorto leggendo la descrizione di queste improbabili creature, magari per le bizzarre strutture che mostrano e per come la loro patria sia sparita così improvvisamente e non ve ne siano testimonianze nei libri di scuola o nei testi accademici. 

Eppure la loro anatomia è precisa -perlomeno plausibile- e le testimonianze di Einar Pettersson-Skämtkvist e Harald Stümpke sembrano altamente accurate e per di più provenienti da fonti autorevoli; in effetti il saggio scritto da Stümpke è facilmente reperibile e consultabile e se ne può subito denotare una particolare cura e accuratezza nella descrizione di queste creature e della loro relazione con l’ambiente in cui vivevano…  

Eppure, è tutta un’enorme e complessa bufala architettata dallo zoologo tedesco Gerolf Steiner, ispirato da un disegno che lui stesso aveva realizzato per un suo studente -essendo un abile illustratore- pensando alla poesia di Morgenstern; iniziò così, per beffa, a scrivere quello che oggi è uno dei più grandi esempi di zoologia speculativa, ma soprattutto una memorabile burla che ha confuso parecchia gente anche del settore. Tutto inventato: dagli animali alle isole e, perfino, il dottor Stümpke a cui ha attribuito la paternità dell’opera! 

L’opera inizialmente non fu esplicitamente dichiarata come fittizia, ma semplicemente pubblicata come un qualsiasi studio zoologico, aumentando i dubbi di molti. 

Da allora, diversi scienziati ed editori hanno scritto sui Rhinogradentia considerando il racconto di Steiner come vero, anche se non è chiaro quanti di coloro che hanno continuato e reso popolare lo scherzo lo abbiano fatto intenzionalmente.  

Wulf Ankle ha scritto che l’ordine “non è un’invenzione poetica, ma è davvero vissuto”. Rolf Siewing Primer, esperto di zoologia, li elenca come un ordine di mammiferi, rilevando, però, che la loro esistenza è messa in dubbio. Timothy E. Lawlor, in Manuale per gli ordini e le famiglie dei mammiferi viventi, include una voce per l’ordine dei rinogradi, non riconoscendo la sua natura fittizia.  


Nella cultura popolare 

Fatto sta che si tratta di uno scherzo davvero divertente e un ottimo esempio di allobiologia (“scienza-arte” che specula e ipotizza futuri scenari e direzioni in cui l’evoluzione può portare), che ha ispirato e divertito diversi scienziati e non, avvicinando molti al mondo della biologia e dell’anatomia comparata e della zoologia speculativa. Ma ci mostra anche come una bufala possa diffondersi, apparendo estremamente realistica e dettagliatamente studiata, propagandosi rapidamente e diventando potenzialmente pericoloso vettore di disinformazione. 

Comunque, decenni dopo vengono ancora pubblicati articoli che pretendono di continuare la ricerca di Stümpke o di rendere in altro modo omaggio allo storico pesce d’aprile di Steiner.  

Ad esempio, in un articolo del 2004 in “Giornale russo di biologia marina”, gli autori affermano di aver scoperto due nuovi generi di rinogradi marini. Il primo d’aprile del 2012, il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia ha annunciato la scoperta di un genere simile a termiti mangiatori di legno, Nasoperferator, con un naso rotante che ricorda un trapano. E tanti altri istituti e musei sono stati allo scherzo includendo questi animali nelle loro collezioni, creando delle chimere, fondendo vari parti animali per realizzare quelli che oggi osserviamo come testimonianze “certe e tangibili” di questi esseri veri quanto un drago o un unicorno

Questo fenomeno ha lasciato una grande impronta nella comunità scientifica ispirando un gruppo di ricercatori che hanno omaggiato “il dottor” Stümpke battezzando col suo nome una nuova specie di topo ragno – abbastanza simile a un rinograde, in quanto dotato di un grosso naso – e chiamandolo Hyorhinomys stuempkei

E si continua, su varie riviste scientifiche, a scherzarci sopra proponendo articoli a riguardo come beffe del primo d’aprile. 


AVVERTENZE! 

Comunque sappiate che gira voce che un piccolo nucleo di rinogradi si nasconde nei magazzini del nostro istituto: durante le ore di lezione si divertirebbero ad abbassare la media degli studenti, proponendo agli insegnanti domande e quesiti talmente astrusi e complessi che solo un naso-mobile oserebbe scrivere o pensare.   


Luca Calzati, 3°F LS.SA.M 


Ref. Utili: 

https://aperto.unito.it/retrieve/handle/2318/126591/18434/Massimo%20Leone%202012%20-%20Nasi%20possibili.pdf