A colloquio con il nostro Dirigente

Nei mesi scorsi abbiamo avuto il piacere di intervistare Tiziano Badà, Dirigente Scolastico del nostro Istituto. Tramite le sue parole, ci racconterà la strada che ha percorso per raggiungere questo traguardo e tutto ciò che riguarda il suo ruolo.


Buon pomeriggio! Si può presentare ai nostri compagni di studi?

Mi chiamo Tiziano Badà e posso dire di conoscere molto bene il nostro Istituto, perché proprio qui sono stato docente di elettronica per ben vent’anni.

Non sono, però, un ex-studente, ho frequentato la scuola professionale e, successivamente al diploma, mi sono laureato in ingegneria elettronica presso il Politecnico di Torino. Nel 2001, invece, ho superato il concorso per poter diventare insegnante di ruolo, sono così entrato all’ITIS di Biella come docente. All’epoca il Preside era l’ingegner Franco Rigola.

Dopo anni di insegnamento, ho voluto mettermi ancora in gioco e, nel 2017, ho deciso di sostenere un nuovo concorso per divenire Dirigente Scolastico. Sono stato così assegnato all’Istituto comprensivo Biella II e ne sono stato il Preside per quattro anni.

Grazie a questa esperienza nelle scuole del primo ciclo, mi sono reso conto delle differenze di ambiente, interazioni e relazioni rispetto alla secondaria a cui ero abituato. In tali contesti, cambia il confronto con colleghi e famiglie, ma anche semplicemente il registro linguistico da utilizzare con i ragazzi, per non parlare delle tipologie di problemi che può avere un bambino dell’infanzia rispetto a un adolescente della secondaria.

Ci ha parlato del suo lavoro con le scuole del primo ciclo… Ci colleghiamo e le chiediamo: cosa significa essere Preside oggi? Ci dica anche se ci sono delle difficoltà.

Se dovessi indicare una difficoltà o una sostanziale differenza rispetto al mio ruolo di docente, direi che il Dirigente Scolastico perde un po’ il contatto con gli allievi. Egli è, infatti, occupato nel favorire un ambiente scolastico che vada incontro alle necessità degli alunni e che permetta a ciascuno di realizzarsi. Ciò non significa che si perdano di vista i ragazzi, ma si inizia a pensare agli studenti in generale e non più al singolo. Per portare un esempio, mi piace pensare all’ufficio del Preside un po’ come alla torre di controllo, che, insieme allo staff della Dirigenza e alla Segreteria, si occupa di preparare le circolari, proporre iniziative e servizi per l’Istituto; inoltre, controlla che tutto funzioni nel miglior modo possibile. Insomma, garantisce che la vita scolastica possa procedere senza intoppi.

Altra grande differenza riguarda la tipologia di compiti a cui devo pensare. Rispetto a quando ero docente, adesso la mia mente è costretta a spaziare su molti più ambiti e non mi devo solo più preoccupare della didattica. Sebbene non sia sempre facile, vi confesso che è proprio tale varietà di mansioni ciò che più mi piace del mio ruolo. Lavorando in un Istituto di ragguardevoli dimensioni, ci si deve dedicare a tantissime attività differenti, come all’organizzazione di una prova antincendio o semplicemente al rifornire la scuola di pennarelli per le lavagne; dal particolare all’apparenza insignificante, all’evento di maggior impatto, ma altrettanto fondamentale per la vita scolastica.

Nuovo dirigente, nuovi progetti: cosa sta puntando a migliorare la Dirigenza?

Avendo seguito studi di elettronica, ho sviluppato una mente propriamente tecnica e il miglioramento è all’ordine del giorno. Se posso dire, vi proporrei di non concentrarci solo su cosa faremo, ma su ciò che abbiamo già realizzato, che non è da poco.

Ad esempio, ci tengo a ricordare la targa commemorativa dedicata al nostro ex-dirigente Rigola e la relativa intitolazione dell’Aula Magna: è stata un’iniziativa molto importante per riconoscere un uomo che si è dedicato al massimo per la nostra scuola.

Ricordiamo anche la già citata esercitazione con i Vigili del Fuoco: è stata molto impegnativa e ha richiesto diversi mesi di organizzazione, però ritengo che sia stata un’iniziativa necessaria per prepararsi a un’eventuale emergenza. Basti pensare che, proprio grazie a questa simulazione, abbiamo proposto di rimodellare i flussi evacuativi, così da garantire una superiore efficienza, la quale, in questo caso, si tramuta in una maggior sicurezza dei fruitori della scuola.

Trascorrono gli anni e le generazioni cambiano: come stanno cambiando gli studenti?

Gli studenti cambiano al passo dell’era in cui vivono. Rispetto alle generazioni passate, sono le tecnologie a distinguere gli attuali allievi dai loro predecessori. Per questa ragione, sono entusiasta di vedere quanto i giovani siano familiari con i prodotti hightech e quanto siano in grado di accedere rapidamente a informazioni da fonti diverse. Tuttavia, ho notato che, a causa di questa loro eccessiva vicinanza al mondo digitale, molti studenti abbiano perso la capacità di organizzare le informazioni e di comprendere il mondo attorno a noi.

La Scuola, pertanto, riveste un ruolo ancor più fondamentale perché deve organizzare tale conoscenza, mostrando le cause degli eventi, spiegandone le conseguenze e insegnando agli studenti come applicare l’enorme mole di sapere contenuto nei loro smartphone. Oltre a questo alto compito che i docenti di oggi si prefiggono, la Scuola ha il dovere di trasmettere la capacità di interpretare i dati e non più semplicemente il conoscere e il ricordare, come era richiesto un tempo.

C’è, però, anche un altro elemento fondamentale per la crescita dei giovani ed esso è legato indissolubilmente alla Scuola: la socialità. Questa parola unisce tutti: alunni, docenti e personale; essa è la vera e propria essenza della Scuola. Gli studenti hanno bisogno di stare tra di loro, di confrontarsi, di testare le proprie capacità e di crescere insieme.

Tutto ciò è venuto fortemente a mancare con l’epidemia che ci ha colpiti ormai quattro anni fa: ci ha lasciato ferite e lacune, ma ci ha pure insegnato che, nelle difficoltà, emergono nuove modalità di lavoro.

Secondo lei, quale può essere il ruolo educativo della scuola nella nostra società? E a Biella in particolare?

Ritengo, come già detto in precedenza, che il ruolo educativo della Scuola nella nostra società rimanga principalmente sociale. Essa fornisce un ambiente protetto in cui gli studenti possono testare le proprie capacità e creare opportunità concrete per se stessi. Tuttavia, è anche importante che essa insegni ai ragazzi come utilizzare in modo appropriato le informazioni che hanno a disposizione e come organizzare la conoscenza, trasformandola in competenza.

Le possiamo chiedere qualcosa sul suo tempo libero? Quali passioni coltiva?

Per quanto riguarda il mio tempo libero, ritengo fondamentale stabilire una divisione equilibrata tra le attività giornaliere e l’impegno personale, le passioni e gli hobby.

Personalmente, mi affascina l’arte e in particolare l’artista Louis Wain. Come potete notare, sulla parete vicino all’ingresso del mio ufficio, sono appese immagini di gatti realizzate proprio da questo artista.

Vedete, coltivare passioni e hobby mi permette di crescere sia dal punto di vista umano sia professionale e mi aiuta a trovare un giusto equilibrio nella vita.

La ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato personalmente e quello che ci dedica quotidianamente con il suo lavoro.

Grazie a voi ragazzi. Colgo l’occasione per augurare a tutti voi e alle vostre famiglie buone vacanze pasquali.