
Nelle ultime settimane la città di Biella si è tinta del tricolore italiano perché ha ospitato la 96° Adunata Nazionale degli Alpini, tenutasi lo scorso fine settimana.
Gli Alpini sono un corpo speciale dell’Esercito Italiano, fondato nel 1872 per difendere i confini montuosi dell’Italia, da cui prendono il nome; ancora oggi danno il proprio contributo attraverso il volontariato e le operazioni di soccorso in caso di calamità naturali e sono spesso coinvolti in attività che riguardano la protezione civile.
Ogni anno migliaia di Alpini provenienti non solo da tutta Italia, ma anche dal resto del mondo, si riuniscono in occasione dell’Adunata: un’opportunità per celebrare la storia e i valori che contraddistinguono i membri di questo antico corpo militare.
Per questo, le strade di Biella sono state inondate di penne nere, simbolo di riconoscimento tipico degli Alpini, che sono fissate sul cappello grazie alla nappina, cioè un dischetto di lana che può avere diversi colori a seconda del battaglione di appartenenza.
Anche la penna presenta delle differenze, a seconda del grado di importanza di chi la indossa: i soldati semplici utilizzano quella di corvo, gli ufficiali minori quella di aquila e i generali quella d’oca; le diverse tipologie sono riconoscibili in base al colore, che varia dal nero, al marrone, al bianco.
Da quando gli Alpini hanno iniziato ad arrivare in città, nei giorni precedenti al raduno nazionale, si è subito percepita l’atmosfera di fratellanza che li caratterizza; in ogni via era possibile assistere a cori di canzoni tipiche nei vari dialetti del Nord Italia, accompagnati dal suono della fisarmonica o di una vera e propria banda musicale al completo.
Inoltre, era stata allestita la Cittadella militare, che ospitava mezzi dell’Esercito, percorsi di arrampicata e prove di addestramento per far scoprire anche ai più piccoli il mondo delle Forze Armate.
Domenica, giorno ufficiale dell’Adunata, hanno sfilato ininterrottamente più di 90 mila persone, facenti parte delle ottanta Sezioni italiane; ad aprire la manifestazione è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, anche lui appartenente a questo corpo militare.
Per quasi undici ore tantissima gente ha acclamato gli Alpini con applausi e cori patriottici, mentre percorrevano i due chilometri della sfilata sfoggiando bandiere e cappelli, motivi di orgoglio.
A loro si aggiungono anche le varie fanfare, cioè le bande tipiche dell’Esercito, che scandivano la marcia a colpi di tamburo, i membri della Protezione Civile con le loro unità cinofile e quelli della Sanità alpina, che gestivano l’ospedale da campo.
La maggior parte delle penne nere aveva parecchi anni di esperienza, ma erano centinaia i ragazzi e le ragazze in fase di formazione al Centro di Addestramento; a detta di molti, infatti, è importante preservare il corpo alpino, perché fa nascere un notevole spirito di unità e collaborazione anche tra i giovani.
La giornata si è chiusa con un ringraziamento speciale alla nostra città e con la speranza di tornarci di nuovo in futuro; il prossimo anno, infatti, l’Adunata si terrà a Genova, che l’ha già ospitata altre cinque volte.
I nostri concittadini hanno salutato con calore e affetto gli Alpini, che hanno portato una ventata di fraternità e di allegria a tutta Biella.






