Recensione di Slenderman, 2018

Recensione di Slenderman, 2018, a cura di David Giuliano

REGIA DI SYLVAIN WHITE

Trama: Nel Massachusetts, quattro ragazze: Wren, Katie, Chloe e Hallie decidono di evocare, per gioco, lo Slender Man, una creatura virale su internet, dopo averne sentito parlare a scuola. Ad un certo punto, però, Katie scompare e le altre tentano ma invano di parlare con la creatura nella speranza di riportarla indietro. Queste scelte scellerate scatenano una serie di event tragici.

Critiche: L’idea di questo film non è molto fantasiosa, poiché la trama è abbastanza scontata come anche il finale. La componente psicologica è poca e l’atmosfera, anche se ben strutturata, da sola, non riesce a migliorare il film.

Il “mostro” è ispirato sia alla creepypasta di Slender Man, protagonista di centinaia di videogiochi, sia un tragico evento del 2014.

Andando con ordine: il personaggio di Slender Man è ripreso dal mondo ludico, ma nella pellicola viene utilizzato senza alcun riferimento alle “eight pages“, cioè alle pagine del diario che il giocatore, nel videogioco originale, dovrebbe trovare prima della comparsa del mostro. Forse, una loro introduzione avrebbe sviluppato in modo più intrigante la trama.

Per quanto riguarda il mondo reale, il film punta chiaramente a riprendere un fatto di cronaca nera statunitense: due studentesse di dodici anni hanno aggredito una compagna di classe poiché incitate proprio dal “mostro del web”, cioè Slender Man. Il fatto è stato trattato da molte testate (qui riporto il link a uno degli articoli usciti a riguardo –  https://www.corriere.it/esteri/14_giugno_05/due-teen-ager-accoltellano-un-amica-ce-ha-chiesto-mostro-web-22472834-ece5-11e3-9d13-7cdece27bf31.shtml).

La pellicola, però, anche in questo caso, si distacca abbastanza dalla realtà, pur riportando alcuni elementi, come l’ambientazione scolastica o le protagoniste femminili.

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PREGI: La sceneggiatura è ben costruita, con riferimenti a vari avvistamenti di Slender Man e racconti “metropolitani”, come gli Shadow Humans, creature che appaiono come ombre di essere umani che secondo una teoria sarebbero presenti fin dall’ inizio del tempo.

Interessante anche il messaggio che lo Slender Man, per via della sua natura bizzarra e la sua influenza sulle menti, possa agire come un malware sulle vittime, trasformandosi pian piano in un virus che distrugge dall’interno i suoi ospiti. Ciò ci ricorda che tutti potremmo essere condizionati da quello che non riusciamo a spiegarci.

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VALUTAZIONE: 4/10

Questo film, ispirato alla creepypasta di SlenderMan, non riesce proprio a tenere testa all’ idea originale, in quanto a storia e creatività, però riesce a spaventare per via di cambi di scena improvvisi ed alcune scene molto forti, per cui in poche parole spaventa soltanto per la scenografia, e non per il copione o la storia.

(Recensione di Slenderman, 2018, scritta da David Giuliano Pelosi)