
Con l’espressione mobilità sostenibile ci si riferisce a modalità di trasporto che ha un impatto minimo sull’ambiente e che permette di ridurre così l’inquinamento, il rumore e il consumo energetico. Include mezzi come le biciclette, il trasporto pubblico, i veicoli elettrici, e promuove pratiche come la camminata e il car sharing, oltre al già citato trasporto pubblico, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e la salute in generale.
Qui a Biella, sia in città che in provincia, si hanno molte opportunità per aderire a un modello di sostenibilità negli spostamenti, come, ad esempio, le bici elettriche che ormai sono disponibili da circa due anni e si possono trovare dappertutto (es: vicino alle scuole o ai supermercati e ai parcheggi). A tal proposito, si tratta di una bella iniziativa e bisognerebbe incentivarne l’uso, poiché queste ultime permettono di raggiungere luoghi mediamente vicini senza ricorrere all’utilizzo dei mezzi inquinanti a motore.
Parlando di biciclette, noi ragazzi della redazione abbiamo intervistato alcuni professori del nostro istituto che vengono a piedi o in bicicletta a scuola per sapere cosa ne pensano a riguardo e pubblicizzare, attraverso le loro testimonianze, un modo più consapevole e green di spostarsi.
La prima di queste interviste, che usciranno a cadenza settimanale, l’abbiamo rivolta al professor Emilio Casoli, insegnante di scienze.
Redazione: Cosa ne pensa di questo argomento, qual è la sua opinione al riguardo?
Prof. Casoli: Sono molto, molto favorevole, “disperatamente” favorevole all’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano. Mi piacerebbe tanto che la utilizzassero tutti o, almeno, quelli che si trovano nelle giuste condizioni per utilizzarla, cioè in buona salute, con l’abitazione non troppo distante dai posti che devono raggiungere per lavoro, studio o altro e con un percorso non troppo pendente. Lo ritengo un mezzo di trasporto meraviglioso e con tantissimi valori. Mi spingo a dire che sarebbe quasi da rendere obbligatorio o, almeno, da incentivare tantissimo… in particolare la bicicletta “tradizionale” (detta “muscolare”… anche se fa un po’ ridere).
Poi, in seconda battuta, va benissimo anche quella elettrica, che consente di superare non poco gli stretti “confini” cui accennavo prima (brevi distanze e pendenze ridotte) ampliando molto la platea dei possibili utenti (come, in effetti si sta constatando negli ultimi anni). Nei secoli passati, solo le persone importanti o ricche potevano permettersi la carrozza. Oggi, invece, abbiamo democratizzato la moderna “carrozza” che è diventata mezzo di trasporto così normale (almeno, nella nostra società) che non ci scandalizza più il fatto che, ad esempio, ben 70 “cavalli” trascinino più di 1.000 kg di carrozza per portare di qua e di là un esserino bipede di 60-70 kg… provate a guardare quante “carrozze” sono in giro per una sola persona! Che spreco!
Un’ultima considerazione: molti, almeno, qui in Italia, coltivano il pregiudizio, non dichiarato, che la bici la usino solo i bambini, gli immigrati oppure, magari, chi ha perso la patente… Quindi… “col cavolo che la uso io!”. Che ignoranza! Se da una parte auspico fortemente che la bici diventi, anche da noi, sempre più utilizzata come mezzo di trasporto, dall’altra dico anche che questi argomenti non devono diventare degli assoluti che non permettono di riconoscere le diverse esigenze delle persone e le innumerevoli situazioni che vivono. Insomma, che anche su questi argomenti, seppur sacrosanti, non si diventi dei fondamentalisti e, se serve, che si prenda pure ‘sta macchina senza farsi troppi sensi di colpa!
Cosa la spinge a usare il meno possibile la macchina o altri mezzi inquinanti e a preferire l’utilizzo della bicicletta oppure a piedi?
Ho la fortuna di dover percorrere frequentemente tragitti brevi durante le mie giornate e quindi, per questi percorsi, utilizzo preferibilmente la bicicletta come mezzo di trasporto. Anzi, l’ho sempre utilizzata, ininterrottamente, sin da ragazzo e anche a Torino durante l’università (in quel periodo per andare dal centro a Grugliasco facevo anche 10 km per andare e altrettanti per tornare… i bus ci mettevano troppo tempo, anche con cambi, e… costavano). Quindi uso la bici perché è un mezzo semplice, essenziale ed economico (ti mangi un panino o una bella pastasciutta e, voilà!, hai fatto il pieno!). Poi è molto comoda perché puoi andare veramente dappertutto, dove i mezzi motorizzati manco se lo sognano. È molto versatile perché, ad esempio, quando devi passare in una zona pedonale (es. attraversare le strisce pedonali o camminare su un marciapiede), basta scendere, tenere la bici a mano e, per magia, come un “transformer”, ti converti in pedone e nessuno ti può dire nulla. Il problema del parcheggio per l’auto, che non si trova mai, praticamente sparisce: basta il primo palo o un’inferriata e il tuo “cavallo d’acciaio” è sistemato (tra l’altro non devi neanche dargli la biada!). Nei tragitti urbani, con la bici sei indubbiamente più veloce nel raggiungere la destinazione e non hai il problema del tempo perso a cercare parcheggio. Mettici poi tutti i vantaggi dell’attività fisica (su cui non mi dilungo perché un po’ scontati): ma come fai a non prediligerla come mezzo di trasporto? Come non considerare, poi, anche gli innumerevoli vantaggi per la collettività: se ci fossero più bici e meno auto in giro, le strade e i parcheggi sarebbero meno congestionati, il traffico più tranquillo, l’aria della mia città e del mondo intero più pulita, il clima un po’ meno alterato, eccetera, eccetera. Se poi volete, ci sono decine di altre interessantissime questioni che si potrebbero approfondire (ad esempio la biomeccanica della bici oppure il fatto che la bici è il mezzo di trasporto più efficiente di tutti dal punto di vista energetico, cioè: per km percorso la bicicletta è molto più efficiente che camminare e oltre 200 volte più efficiente che andare in moto o in auto), ma direi che per ora basta.
Un consiglio da dare ai giovani che vogliono intraprendere questa strada?
Recuperate la vecchia bici che avete nel vostro garage o in cantina, oppure quella dello zio, parcheggiata da decenni sotto la tettoia del nonno, piena di ragnatele, con le gomme sgonfie e ormai secche. Oppure andate dal ciclista qui vicino che ha tante bici, anche dell’ottimo usato a “bun pat”. Prendetevi un buon lucchetto e… via sulle strade. Poche storie! Un consiglio: ‘sta bici non prendetela troppo “bella” perché sennò ve la rubano o, in ogni caso, vivete con l’ansia del possibile furto e non vi sentite più liberi di lasciarla veramente ovunque, perdendo un po’ di quella libertà che vi dà la bici. Certo: davanti alla scuola non potrete far rombare i motori sgasando con l’acceleratore come chi ha la moto, attirando l’attenzione delle ragazze, ma voi fregatevene… ce ne sarà, prima o poi, qualcuna in giro che non misura il valore di un ragazzo dal volume del rombo o dall’intensità di fumi nocivi emessi all’intorno! Andate avanti per la vostra strada… voi siete i veri “fighi”: provate ad andare in altre città europee e ve ne renderete conto… e poi, in fondo in fondo, non è certo il mezzo di trasporto usato che indica il valore e la bellezza di una persona.
Quali sono i vantaggi che nota nella sua vita quotidiana?
I vantaggi che osservo nella mia vita quotidiana li ho già specificati nelle risposte precedenti; volendo stringere il discorso a poche parole: la bici è comoda, pratica, veloce, economica.
Pensa che la scuola dovrebbe incentivare la mobilità sostenibile tra studenti e docenti?
Sì, certamente: fornendo stalli di sosta in cortile e davanti alla scuola; stalli, però, che devono essere intelligenti (non come quelli che si trovano diffusi in città… normalmente non li uso), cioè devono permettere di incatenare almeno ruota anteriore e telaio allo stallo. Poi, volendo un po’ sognare, si potrebbe pensare a degli stage pratici (organizzati dalla scuola e a cura di appassionati e/o tecnici) da svolgersi al pomeriggio o terminata la scuola… qualcosa di pratico (manutenzione, andatura, percorsi, uso in città, ecc.), legato all’utilizzo come mezzo di trasporto e, secondariamente, come mezzo per l’attività sportiva nel tempo libero. In conclusione, vi riporto una bella frase tratta dal sito internet “Bike for good” che cita l’opinione di Jacques Faizant, vignettista, scrittore e cicloturista francese, che ha scritto una cosa bellissima a proposito dell’efficienza della bici: “Anche se a volte chi fa fatica in bicicletta vi sembra patetico, non lo compatite: INVIDIATELO. Ha scoperto che il tappeto volante e gli stivali delle sette leghe delle favole esistono e coincidono con il siero di lunga vita. Chi va in bici non è, come si fa finta di credere, un automobilista caduto. È un PEDONE MIRACOLATO”.
