Per la giustizia, per l’amore, per la solidarietà alle donne, alle ragazze, alle bambine di tutto il mondo.”
Questo è il motto del flash mob che si è tenuto il 14 febbraio, giorno di san Valentino, in tutte le piazze del mondo, per testimoniare che un futuro migliore è possibile, per far sentire la voce di tutte le donne molestate, abusate non solo fisicamente ma anche psicologicamente, per non rimanere in silenzio di fronte a questi atti di violenza che avvengono quasi una volta al giorno. Una donna europea su tre (prendendo in esame quelle di età superiore ai 15 anni) ha subìto una forma di violenza fisica o sessuale, e una su venti è stata stuprata. Sono i risultati di una vasta inchiesta condotta su 42mila donne dei 28 paesi dell’Unione da parte dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra): come possiamo accettare che paesi che si definiscono “civilizzati” sopportino ancora questo tipo di violenze?
Il tema di quest’anno di One Billion Rising era la giustizia: donne e uomini sono stati chiamati ad incontrarsi in modo sicuro fuori dai luoghi adibiti alla giustizia. Tribunali, stazioni di polizia, uffici statali, tribunali militari, ambasciate… ma anche edifici scolastici, luoghi di lavoro, luoghi di culto o semplici luoghi di ritrovo dove le donne devono poter sentire di essere al sicuro ma dove, troppo spesso, non lo sono affatto.
A Biella l’evento è cominciato verso le 17.30 all’inizio di via Italia con un ballo collettivo al ritmo della canzone “Break the chain”, dopodiché hanno avuto luogo i diversi interventi di lettura a cura di Paola Mazzuccato, Rosangela Fontanella, Massimo Foglia, Carlo Nicolo, Patrizia Verrastro, Mauro Coda Zabetta e KASB (Collettivo Autonomo Studenti Biellesi) e di musica con Valeria Caucino, Marella Motta e Fabio Lamanna con Francesca Maiuri.
Un’occasione importante? Certo, ma non basta andare all’evento per pensare di aver aiutato a cambiare le cose perché così si partecipa solo al gioco del sistema. Succedono molte cose ingiuste attorno a noi, eppure continuiamo a guardarle con occhi di bambino, andandoci poi a lamentare con la mamma se le cose non funzionano; se non funzionano è anche nostra responsabilità. “Svegliati, parla, balla” non è solo uno slogan, è un invito a tutti noi a fare di più, a dare di più. Perché il cambiamento può avvenire solo attraverso la solidarietà di tutti noi.