Global Strike For Future: anche i giovani biellesi hanno risposto all’appello di Greta
Anche noi studenti biellesi ci siamo
trovati venerdì scorso a Torino così come altre decine di migliaia in tante
piazze d’Italia. Il 15 marzo, infatti, era il giorno fissato per lo sciopero
contro il riscaldamento globale, che, forse, finalmente, da burla messa in giro
da ambientalisti fanatici, sta iniziando a essere considerato un problema degno
di attenzione e per il quale urge trovare una soluzione il più presto possibile.
Per questo oltre mille città del globo hanno ospitato manifestazioni
studentesche finalizzate a chiedere politiche adeguate e attente a ridurre o
estinguere i più imminenti rischi di degenerazione climatica.
Il movimento è iniziato qualche mese fa su iniziativa di un’adolescente
svedese, Greta Thumberg, rimasta sconvolta dagli incendi devastanti e dalle
temperature record che lo scorso anno hanno colpito il suo Paese. La ragazza ha
deciso quindi di manifestare ogni venerdì (i cosiddetti Fridays for Future o FFF) di fronte al Parlamento di Stoccolma per
protestare contro la scarsa ambizione delle attuali politiche sul clima,
esibendo un cartellone con scritto: “SCIOPERO DA SCUOLA PER IL CLIMA”. L’impatto
mediatico è stato così ampio e tempestivo che Greta è stata eletta in Svezia
“donna dell’anno”, ha parlato all’ONU, al Consiglio dell’UE e ora tanti la
indicano come candidata per il Nobel per la Pace. Ed è anche riuscita in quello
che finora a nessuno era riuscito: mobilitare milioni di persone in nome di
quel futuro per salvare il quale pochi stanno facendo qualcosa di veramente
concreto.
A Biella il referente dell’evento è stato un giovane di 17 anni, Edoardo Blanco, che frequenta la terza Liceo scientifico all’Avogadro. Ecco le sue parole rilasciate in un’intervista prima della manifestazione: “Ho conosciuto Greta Thumberg abbastanza casualmente e ho notato che lei faceva più scalpore di molti scienziati e specialisti; questo mi ha portato a pensare che se i ragazzi che si svegliano, si attivano e si fanno notare attraggono l’attenzione, l’interesse e l’ascolto della gente, allora noi giovani abbiamo una grandissima arma nelle nostre mani e dobbiamo sfruttala perché altrimenti saremo i primi a essere danneggiati. Il gruppo di Biella è nato così, da una fitta catena di passaparola. Ho dovuto darmi da fare, però sono riuscito a riunire quaranta ragazzi circa, che considero un buonissimo numero”.
I manifestanti biellesi si sono riuniti alla stazione San Paolo alle 7:30 di venerdì e, arrivati a Torino, hanno incontrato gli altri giovani provenienti da tutta la regione, con cui hanno sfilato nel corteo che da Piazza Arbarello li ha condotti in Piazza Castello, intorno a mezzogiorno: il corteo è partito alle 10:00 e i giovani manifestanti hanno cantato slogan tenendo in alto i loro cartelloni, affinché chiunque, percepisse il significato della protesta. Tra gli slogan più ripresi “Non esiste un pianeta B” e “Con Greta per il pianeta”. Verso il termine della manifestazione Piazza Castello era gremita di persone, circa diecimila; tra i presenti anche artisti come Luciana Litizzetto, Willy il Peyote ed Eugenio in Via di Gioia.
Ora l’importante è continuare su questa strada, come si augura anche Edoardo Blanco:
“A chi dice che parliamo soltanto, facciamo proteste inutili e non contribuiamo a fornire soluzioni concrete, rispondo che ho parlato con Cittadellarte: sono molto interessati e disponibili a darci spazio e campo libero per alcuni tavoli di lavoro, organizzati da loro e gestiti da noi di FFF. Chiunque potrà partecipare all’ideazione di possibili soluzioni che, alla fine di ogni giornata, verranno raccolte in un unico documento, così da avere su carta un possibile programma da attuare, anche solo nel confine ristretto delle nostre case. Perché se ognuno adottasse una certa politica all’interno di casa sua, l’effetto fuori potrebbe essere grande. Ammetto che questa è una visione ottimistica, ma è necessario che sia così: l’obiettivo è che la gente capisca l’imminenza del problema”.
Insomma, è giunto davvero il momento di mettersi in gioco. Gabriele Zerbola, 3°F LSSAM, IIS “Q. Sella”