Il Festival di teatro scuola più longevo del Piemonte, con oltre 30 anni di attività, ha debuttato alle 21 di venerdì 31 al teatro Erios di Vigliano Biellese con ScuTeR (ScuolaTeatroRagazzi) Festival 2019, prodotto dai Laboratori teatrali, diretti da Renato Iannì all’IIS “Q. Sella” e rivolti a tutti gli studenti delle Superiori del territorio.
L’evento è stato curato in collaborazione da Assessorato alla Cultura del Comune di Vigliano, Teatro Stabile di Biella, scuola di danza L’Arabesque e LaborArte Fondazione Angelino; ha presentato 3 spettacoli più alcuni interventi in teatro e danza in cui domina la critica a un mondo che sta perdendo i valori umani in nome dell’apparire e del lasciarsi vivere.
Renato Iannì, direttore, regista e docente dei corsi ha dichiarato:
“ScuTeR non presenta saggi per far contenti i suoi partecipanti o le loro famiglie, ma spettacoli, frutto di ricerca sulla realtà storica e culturale. L’affrontare temi seri è un’esigenza didattica e un’impresa che condividiamo con i nostri ragazzi (tutti, di qualsiasi Istituto Superiore del territorio e senza provini). È la loro energia che ci hanno fatto diventare punto di riferimento nazionale per il Teatro-Scuola, da Torino a Napoli, da Oristano a Gorizia.
Da noi ci si diverte e tanto, ma si affronta anche la vita: in un ambiente sano e professionale ci si prepara al futuro, a superare l’eccesso di superficialità e cinismo che sta uccidendo l’umanità. I ragazzi affrontano i loro fantasmi e le loro paure e, attraverso un lavoro mirato, migliorano le proprie capacità creative e danno forza alla propria autostima. Imparano così che l’errore è normale, e che la sua conseguenza è il saper rialzarsi e superarlo; che il lavoro di gruppo è indispensabile alla crescita di una comunità democratica e civile”.
Il dopo spettacoli
“Sono più che felice per i miei ragazzi, che si sono scontrati con tutte le difficoltà che io ho creato loro per allenarli alla vita, in un gioco non gioco, che hanno sbagliato e si sono corretti, che si sono scoraggiati e poi hanno affrontato con la giusta grinta e la positiva disponibilità ogni stadio del lavoro comune, che sono maturati diventando gruppo, così come i singoli cittadini dovrebbero fare nella comunità sociale. Gli applausi entusiasti di un pubblico numeroso, la presenza di insegnanti e di autorità, come il sindaco Vezzoler, hanno sottolineato quello che io reputo più che un successo.
Ho invitato Mia Peluso, esperta e critica teatrale, critica letteraria de La Stampa di Torino, nonché compagna di lavoro e di vita di Ruggero Bianchi, docente di Teatro e di Ricerca e di Letteratura anglo-americana al Dams di Torino, recentemente scomparso.
Di lei e di Ruggero ho sempre apprezzato la sincerità e la capacita critica e pedagogica. Ritengo un grande onore per me e per i ragazzi il fatto che abbia voluto scrivere un articolo sul nostro festival, che offro a tutti gli studenti come un ulteriore applauso, per conto di una cultura che solo in loro può trovare linfa vitale”.
Venerdì 31 maggio ore 21
“Assenzio” con:
Elisa Boscono, Elisa Calabrò, Filippo Collino, Desirèe Dama, Annalisa De Santo, Tommaso Fiandaca, Alberto Giardino, Davide Loche, Zoe Lorenzetti, Matilda Marenghi, Gaia Neggia, Martina Pirchio, Michele Pizzicola, Martina Pozzo, Riccardo Puddu, Vittorio Rossetti, Matteo Sunder, Valentina Torrero, Giulio Zola e Gabriele Zerbola
“Arcobaleno allo specchio” con:
Cristina Cantelmi, Alberto Castrovilli, Camilla Fabris, Leonardo Fedozzi, Andrea Ferraro, Martina Gaudelli, Marco Giorcelli, Paola Mossotti, Matilde Marangon, Matteo Porrino, Chiara Ruberti, Andrea Vallesi
Sabato 1 giugno ore 21
“Donne senza gonne” (in collaborazione con L’Arabesque) con
Angelica Busa, Aurora Fila, Elisabetta Infuso, Eleonora Strobino
“A passo di danza con L’Arabesque”
Matteo Benna, Elisabetta Infuso, Virginia Nicolello.
Da “Aspettando Godot” (in collaborazione con LaborARTE Fondazione Angelino) con
Claudia Cimoli e Emilia Rizzo
Eco di Biella, giovedì 6/6/2019
La trilogia di Iannì all’Erios, alla ricerca dei grandi temi della vita
“ScuTeR, il teatro magico per ritrovarsi come persone
Una trilogia ha aperto ScuTeR il magico teatro del regista Renato Iannì. Tre titoli: “Assenzio”, “Donne senza gonne”, “Arcobaleno allo specchio”.
Non si tratta di una tragedia antica rivisitata per gli studenti, com’è tipico della sua ricerca, in modo da trarne i grandi temi della vita, ma di un intervento sull’attualità, sull’educazione alla visione critica. Su quanto cioè una buona scuola dovrebbe fare: educare i giovani a non accettare passivamente quanto gli viene ammannito ma ad analizzarlo con spirito autonomo prima di farlo proprio. Aiutare i ragazzi a diventare cittadini d’uno Stato rinnovato, lo Stato del futuro. Ecco perché lo definirei non solo teatro didattico ma teatro etico o addirittura teatro di guerra. L’astuzia consiste nel rappresentare una situazione di fatto accettata per rivoltarla poi nel suo contrario. Drogarsi per sfuggire a una vita incolore; privarsi del cibo per un bisogno d’ amore; accettare la schiavitù con un sorriso quieto perché è comodo lasciarsi dominare. Come scrive Huellbeque in “Sottomissione”, gli uomini accettano volentieri uno stato dittatoriale e opprimente in ogni settore, anche quello intimo e personale, perché non induce a pensare, regala quiete e toglie ogni problema. Non si ha altro da fare se non lasciarsi vivere.
Ma ecco il rovesciamento. Bello è l’effimero drogarsi, ma più bello è vincersi con una dura lotta su se stessi; bello privarsi del cibo per un grido d’amore, ma più bello è chiederlo con il gesto e la parola, rinsaldando i vincoli con il mondo; bello è rinfrancarsi dall’obbedienza e dalla passività al maschio affermando la propria autodecisione di donna, anche se ritrovarsi è fatica e dura lotta. Tutti gli spettacoli sono fondati sulla progressiva acquisizione della libertà. La fatica di diventare persona. Teatro di guerra perché è guerra su se stessi, dolorosa guerra, ma che porta alla scoperta che la vita è bella, il mondo meraviglioso in una continua evoluzione verso la bellezza. Attraverso il ricorso a citazioni da Ionesco a Beckett, da Maraini a Gaber, in uno stile scenico originale, emerge chiara la drammaturgia degli scritti di Iannì, cucita sulle necessità dei ragazzi. Scarna la scenografia: un blocco in pallet, che si fa podio, pira, ostacoli da aggredire, e i corpi agili degli attori. Incredibile tra l’altro la loro qualità: senza microfoni, sanno interpretare e poggiare le battute in modo che giungano in tutta l’estensione della sala, e non solo.
Mia Peluso (esperta di teatro-scuola; fondatrice di Quinto Teatro a Torino)