Nella giornata del 27 aprile, le classi quarte dell’indirizzo Chimica Materiali e Biotecnologie Sanitarie del nostro Istituto hanno avuto il privilegio di poter visitare l’Istituto di Neuroscienze Cavalieri Ottolenghi (NICO), presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano.
Il NICO nasce con lo scopo di studiare i meccanismi molecolari e cellulari, sperimentare nuove strategie terapeutiche per le patologie neurodegenerative e sfruttare al meglio laboratori e costose apparecchiature scientifiche, prima frammentati nei dipartimenti universitari.
Sclerosi multipla, malattia di Alzheimer e morbo di Parkinson sono le patologie neurodegenerative più conosciute, ma spesso ci si dimentica che la strada per trovare una terapia, così come per altre malattie o lesioni del sistema nervoso, è ancora lunga e parte proprio dalla ricerca di base. Ricerca a cui raramente i giornali dedicano grossi spazi, ma che è indispensabile per capire sia i processi degenerativi sia i meccanismi di riparazione e rigenerazione del cervello.
Al NICO lavorano 100 giovani ricercatori universitari e la loro formula vincente è un approccio multidisciplinare: c’è chi si occupa di fisiologia, chi di biologia molecolare, chi approfondisce maggiormente gli aspetti clinici. Questi ricercatori sono impegnati anche in numerose attività di tipo divulgativo, rivolte in particolare agli studenti delle scuole superiori: la nostra scuola ha già partecipato alla Giornata Staminali, alle Olimpiadi delle Neuroscienze e, da quest’anno, aderisce alla giornata PorteAperte. L’incontro si è sviluppato su più livelli: in una prima fase i diversi gruppi di lavoro ci hanno trasmesso informazioni sulle attività svolte, lo stato della ricerca e gli obiettivi; successivamente siamo stati accompagnati nei laboratori dove 8 gruppi di ricercatori indagano per capire la struttura e la funzione del sistema nervoso, in particolare i meccanismi alla base della morte neuronale, della rigenerazione dei nervi periferici, e cercano di scoprire come proliferano i progenitori degli oligodendrociti e quali sono le potenzialità delle cellule staminali neuronali.
I laboratori sono suddivisi in base al tipo di attività: affascinanti sono la sala dei microscopi utilizzati per le indagini di chemioluminescenza e il locale dove sono conservati, in appositi frigoriferi in grado di mantenere la temperatura a -80°C., i campioni di sangue donati dai pazienti per la ricerca,
La visita si è conclusa con un incontro con il dott. Luca Bonfanti che, oltre a essere ricercatore e professore dell’Università di Torino, si occupa anche di divulgazione scientifica. Con un approccio tutt’altro che noioso ha voluto metterci in guardia a proposito delle “bufale” scientifiche, ossia quelle idee distorte di scienza che vengono alimentate da pubblicazioni spesso poco corrette, spronandoci a essere più critici nei confronti di tutto ciò che ci viene “propinato” attraverso i canali di informazione.
A. Clemente , G. Laurenti e gli allievi delle classi IV CMBCBS