Vigilia del 2020. Un altro “capo d’anno” che invita a fare bilancio di quanto si conclude: il primo ventennio del terzo millennio. E augùri, previsioni divinatorie, guardando all’anno che arriva.
Per chi vive nella scuola e ha fatto dell’educazione il campo professionale a cui dedicarsi viene naturale ragionare di ciò anche a Capodanno. E questa ultima settimana del 2019 ha visto il vertice del nostro Ministero “scattare” come le lancette a mezzanotte, passando da una “conclusione” a un “nuovo inizio”.
Da un Ministro che tira le somme del suo mandato e rassegna le dimissioni, coerente con le premesse che aveva da subito messo al suo programma, a un successore che – senza troppi indugi – coraggiosamente gli succede.
Che commenti mai fare? Ammiro chi in questi giorni se l‘è sentita di commentare. Ma io non me la sento proprio di seguire questa moda, e preferisco riflettere. Partendo dal vissuto personale che mi ha portato a contatto coi Ministri (tredici!) che si sono succeduti dal 1996 e hanno – in varia misura – influito sulla mia carriera scolastica e scientifica.
Sono tanti i ricordi positivi dei progetti ministeriali a cui ho avuto l’onore (e l’onere) di partecipare nella progettazione e prima attuazione, che oggi mi sento di riconoscere come elementi di CRESCITA, per me, per colleghi di scuola, per genitori e studenti di tutta Italia a vario titolo coinvolti. Certamente sono anche molti i ricordi negativi, di OCCASIONI MANCATE per cui un Ministero dell’Istruzione (con Università e Ricerca) avrebbe potuto scegliere di agire con più efficacia nella promozione dell’innovazione e dell’aggiornamento della Scuola, mentre la Società del terzo millennio repentinamente mutava gli scenari socio-educativi.
Il 2020 vedrà all’opera un nuovo Ministro che, dati alla mano, ha vissuto molto meno tempo nella Scuola e nell’Istituzione rispetto ai suoi predecessori. Saprà meglio “guardare lontano” e vedere il futuro dei giovani studenti e della Scuola? E il futuro della nostra Italia, fanalino di coda nelle graduatorie OCSE-PISA ma anche prima fonte di eccellenze per i “cacciatori di teste” di Aziende e Enti di ricerca di tutto il mondo, dove oggi i nostri ricercatori, laureati, diplomati e tecnici specializzati trovano facilmente impiego? Nostri ex-studenti cui basta qualche mail o attivare il profilo su Linkedin per vedere valorizzate all’estero le loro competenze cresciute nel Sistema dell’Istruzione italiano. Nonostante tutto.
Non lo so e non pretendo di saperlo. Ma – quasi come un antico arùspice – mi sento di augurare all’On. Ministro Azzolina di avere “occhio lungo” e mente sgombra da condizionamenti e titubanze, per portare la Scuola italiana sulla rotta giusta nelle tempestose acque del Terzo Millennio. La storia e tradizione didattica della scuola italiana sono un patrimonio troppo prezioso per restare bloccato nel ‘900, e non trovare il proprio ruolo-pilota della Società 5.0 in cui siamo già affacciati.
Buon 2020 a tutti noi!
prof. Giovanni Marcianò – Dirigente scolastico ITIS Sella di Biella.