La scuola e il Giorno del Ricordo

Proposte di lettura per studenti e insegnanti, con progetto finale

 

Legge 30 marzo 2004, n. 92

Art. 1.

Comma 1. La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

La tragedia delle Foibe – nelle quali i partigiani comunisti fedeli a Tito gettarono, tra il 1943 e il 1945, migliaia di italiani – e il dramma degli esuli istriano-dalmati, costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione dell’Istria, di Fiume e di Zara alla Jugoslavia, seguita alla sconfitta dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, è una delle pagine più dolorose della storia del nostro Paese.

Dal 2004 il Parlamento italiano ha istituito il “Giorno del Ricordo”, da celebrare ogni anno il 10 febbraio, con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell’esodo e della più complessa vicenda del confine orientale.

Quest’anno, nell’ottica di promuovere la cittadinanza attiva e di favorire la competenza in chiave europea di consapevolezza ed espressioni culturali, la nostra scuola vuole sollecitare tutti i suoi studenti all’approfondimento della storia italiana attraverso una migliore conoscenza dei rapporti storici, geografici e culturali nell’area dell’Adriatico orientale.

Sottoponiamo, quindi, alla vostra attenzione quattro opere, che rappresentano altrettante chiavi d’entrata nel tema delle profuganze e, più in particolare, nella conoscenza dell’esodo giuliano dalmata, i cui primi contingenti giunsero a Biella e nel resto del Piemonte, più di settant’anni anni fa.

Il primo è un libro di memorie di Anna Maria Mori e Nelida Milani, dal titolo “Bora – Istria, il vento dell’esilio” (Ed. Marsilio, 2018) sul senso dell’esodare. Le due autrici, attraverso un intenso scambio epistolare, mettono in evidenza le varie forme di esilio che toccano a chi parte e a chi resta ripercorrendo le loro vite, dolorose e ingiuste, uguali e diverse. Il dialogo che anima queste pagine restituisce intatta la condizione di estrema fragilità e spaesamento, il dolore di un popolo diviso, il sofferente vissuto di entrambe le parti. Mentre gli spettri dell’esilio e dell’intolleranza sembrano incombere nuovamente sull’Europa e sul mondo intero, appare più che mai necessario fare i conti con questa storia e con gli interrogativi che ancora la accompagnano, perché, scrive Guido Crainz nella prefazione, «ci parla anche (e talvolta soprattutto) dell’Italia. Della sua insensibilità di allora e dei decenni che sono seguiti, del suo non essere realmente nazione, perché altro sarebbe stato l’animo di una nazione vera».

Ritroviamo la voce di Nelida Milani nella raccolta di racconti “Lo spiraglio” (Besa Editrice, 2017), in cui narra l’Istria dei “superstiti”, delle serrande chiuse e delle finestre abbassate per sempre, l’Istria della confusione e dello smarrimento, ma anche della convivenza e della molteplicità di lingue. Nata a Pola (Istria) nel 1939, la scrittrice cresce vivendo in prima persona gli effetti di quel 10 febbraio del 1947, il giorno in cui, con il Trattato di Parigi, l’Istria diventava, a tutti gli effetti, territorio jugoslavo. A partire da quella data, l’esodo degli italiani che abitavano quelle terre, già iniziato durante il secondo conflitto mondiale, s’intensificò. Ben pochi rimasero ad abitare città, villaggi e terre che per secoli erano stati casa comune e segno d’identità, e per quei pochi iniziò una vita non facile.

La terza proposta di lettura è uno studio a più voci dal titolo “Una narrazione a lungo mancata – Della diaspora giuliano-dalmata e degli altri esodi del Novecento alla luce del tempo presente”, a cura di Riccardo Marchis (Ed. Seb 27, 2019). A motivare gli interventi di storici illustri – come Enrico Miletto, Sergio M. Blazina, Nino Boeti, Guido Crainz – è la convinzione che l’esodo giuliano-dalmata non costituisca solo una proposta per restituire alla distratta storia italiana le motivazioni degli esuli, a lungo dimenticati ed emarginati, ma anche per affrontare temi che attraversano l’intero secolo passato e mostrano con rinnovato vigore la loro persistenza nel nuovo millennio. Il volume si conclude con una comparazione degli esodi di allora e di oggi alla ricerca di assonanze, somiglianze e differenze, condotta con rigoroso metodo storico e con passione civile.

Ma sappiamo che la storia non si racconta solo a parole, perché è fatta di immagini vivide e indelebili nella memoria, esattamente come lo sono i disegni che compongono il graphic novelAnime in transito”, ispirato alle vicende dell’esodo da Pola, prodotto dall’Anonima fumetti, dall’Accademia di progettazione sociale Maggiora e dal Rotary Torino Sud est. Soggetto e sceneggiatura Nico Vassallo, con la consulenza storica di Enrico Miletto. Il fumetto narra la travagliata storia d’amore di due esuli giuliano-dalmati sullo sfondo delle bellezze paesaggistiche e architettoniche di Torino nel secondo Dopoguerra, raffigurate con talento dal giovane disegnatore Marcello Restaldi: dalla partenza sotto la neve dei profughi di Pola (28mila su 32mila abitanti), ai difficili viaggi in treno nell’Italia agli albori della ricostruzione postbellica; dal lavoro alla Fiat, che darà vita e speranza a migliaia di disperati, alla solidarietà della Chiesa; dai campi profughi all’edilizia popolare organizzata.

La pubblicazione è gratuita e on line, il fumetto è sfogliabile cliccando qui.

E tu… conosci o hai conosciuto qualcuno che abbia vissuto in prima persona questo capitolo di storia?

La redazione del Giornalino è alla ricerca di testimonianze relative all’esodo giuliano-dalmata a cui poter dare voce in interviste, podcast, video-interviste, o semplicemente in articoli con cui portare avanti il ricordo di quei sentimenti, delle paure e delle speranze vissute in un’epoca in cui le parole come accoglienza ed integrazione erano già all’ordine del giorno.

Oppure se sei semplicemente rimasto colpito dalla lettura di una delle opere sopra proposte, scrivici per raccontarci la tua opinione in merito: una sezione del giornalino è dedicata, infatti, alla narrativa, alla poesia, alla saggistica e all’arte e la vogliamo arricchire sempre di più con nuove recensioni.

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Articolo a cura della redazione di Gravitis

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