AMARE LA MONTAGNA, TERZA TAPPA

E’ stato arduo e stancante il sentiero che abbiamo percorso martedì 20 luglio, ma ci ha avvicinati ancora un po’ di più ad…amare la montagna.

Partendo da Sant’Eurosia, ci siamo incamminati tutti insieme verso la cresta del Monte Cucco. Spinti e uniti dal fervore di arrivare in cima, abbiamo prima raggiunto la cappelletta Soleri e poi ci siamo diretti verso una baita denominata “Le Falcine”. Da qui, dopo una breve sosta, siamo giunti all’Alpone Inferiore, dove le strade si sono divise: molti di noi, percorrendo il sentiero E5, dopo un’impervia salita, hanno raggiunto la cima del Cucco, lasciando un saluto alla Madonnina di Oropa, altri sono giunti al Pian del Lotto.

Durante il viaggio di ritorno, abbiamo avuto l’occasione di parlare con il Presidente della sezione biellese del CAI (Club Alpino Italiano), Eugenio Zamperone, che, assieme al suo cane Astor, ci ha raccontato le origini del circolo, fondato nel 1863 da Quintino Sella. Poi, ci ha illustrato gli obbiettivi dell’Associazione rivolti a noi ragazzi, ovvero molte possibili esperienze lavorative, come i percorsi per diventare guida alpina o istruttore di sci.  

Nel corso della sua storia, il CAI ha dato spazio anche a discipline meno conosciute al grande pubblico, come l’arrampicata sulle cascate di ghiaccio e la speleologia, scienza che studia le caverne naturali e gli anfratti del sottosuolo.

Per chi, invece, non voglia intraprendere strade così specialistiche, il CAI offre gli strumenti principali per affrontare la montagna in modo autonomo.

Per finire, il dottor Zamperone ci ha presentato le linee che attualmente orientano l’Associazione, il cui obiettivo non è tanto incentrato sulle scalate delle più alte montagne del globo, ma rivolto piuttosto alla conoscenza delle vette ancora inviolate. Per esempio, qualche anno fa gli alpinisti hanno partecipato a una spedizione in Antartide, dove hanno affrontato una discesa con gli sci sul mare e raggiunto la cima di una sconosciuta vetta antartica.

Dunque, per far riferimento alle stesse parole del Presidente, anche la nostra esperienza, si parva licet, è stata sicuramente segnata dalla fatica della salita che, però, si è sciolta nella soddisfazione del raggiungimento della meta!

   Silvia Nice Gasparello, Riccardo Bruzzi