Dai banchi alla cattedra per dare lezioni ai profughi

Helena, Filippo, Francesca ed Edoardo frequentano gli ultimi anni dell’Iti indirizzo liceo Scientifico. Hanno tra i 17 e i 18 anni e tanta voglia di conoscere culture diverse e mettersi in gioco affrontando nuove sfide, come quella di sedersi dall’altra parte della cattedra. Per questo motivo sono tra i 15 studenti della scuola di via Rosselli che hanno scelto di partecipare al progetto che si propone di dare lezioni ai profughi di informatica, che non a caso si chiama «Condividere la cultura», i cui referenti sono le insegnanti di italiano Federica Veglia e di religione Paola Lanza.

 

I corsi

A seguire i corsi sono ragazzi che hanno tra i 18 e i 30 anni e sono ospitati nei centri di Occhieppo, Pollone e Pettinengo. La maggior parte è qui da almeno sei mesi e prima di iniziare non aveva mai visto un computer. Gli allievi che gli insegnano informatica sono molto entusiasti del progetto. Helena Villavicencio della 5C in particolare, è come se rivivesse una parte di vita di suo papà, arrivato in Italia negli Anni 90 dal Perù. «È arrivato a Biella facendo il suonatore di strada – racconta – . Ma non si è accontentato: ha studiato e oggi è ingegnere delle telecomunicazioni. Attraverso le esperienze di queste persone che sono arrivate adesso in Italia è come rivivere l’esperienza di mio papà: per me vuole dire molto capire che cosa ha provato e quale situazioni ha vissuto. Le persone che ho conosciuto fino a oggi sono tutte umili e molto gentili». Filippo Ruzza della 4E è alla sua seconda esperienza in questo senso: «Ho già avuto contatto con la prima ondata di profughi nel 2011 a Muzzano. A volte ci sono delle difficoltà per capirci ma anche con i gesti alla fine ce la facciamo». I profughi seguono i corsi di italiano alla Marconi, ma alcuni si destreggiano anche tra inglese e francese. Filippo però su questo punto non transige: «Siamo in Italia ed è giusto che si parli in italiano, altrimenti non impareranno mai».

 

Imparare a navigare

Tra le lezioni che più hanno interessato gli immigrati c’è stata quella dell’utilizzo di internet: «Sono tutte persone che hanno una grande voglia di imparare – racconta Francesca Cagiotto, compagna di classe di Filippo e di Edoardo -. Sono molto motivate e apprendono in fretta. E quanto gli abbiamo fatto vedere come funziona internet, hanno voluto subito vedere dove si trova il loro paese di origine e capire com’è la situazione oggi». Federica Veglia e Paola Lanza sono le menti de progetto: «Già nel 2011 avevamo dato lezioni ai primi arrivati – racconta Federica – e abbiamo voluto riproporle per dare una preparazione di base a queste persone. Oggi senza il computer non si può fare nulla». IMG_0017 (1)