Il papà di Carolina Picchio parla di cyberbullismo

Il papà di Carolina Picchio parla di cyberbullismo alle prime del nostro Istituto

 

È il 5 gennaio 2013 e Carolina decide di far venire alla luce un aspetto della sua vita fino ad allora trascurato dagli altri. Per farlo trova un unico modo, tragico e irreversibile: verso le tre di notte apre la finestra, va sul balcone e si butta di sotto.

Carolina era una ragazza vincente, praticava molti sport, dallo sci all’atletica; era solare ed empatica e questo l’aveva portata ad allargare il giro delle sue amicizie, ma molti del suo gruppo storico non lo avevano accettato. Così erano fioccati gli insulti su Facebook, però lei era una dalle “spalle larghe”, come afferma il padre, Paolo Picchio: “ Rispondeva per le rime e ciò non la toccava più di tanto. Per colpirla più pesantemente i suoi “amici”, allora, organizzarono una serata a cui era presente anche Carolina. Alla festa tutti bevvero alcolici, ma nel bicchiere di Carolina c’era dell’altro. Si sentì male e perse conoscenza e alcuni ragazzini giocarono con il suo corpo imitando atti sessuali; tutto ciò venne filmato e poi  nel giro di qualche giorno diventò virale”. Carolina nel corso della serata non si riprendeva; qualcuno, preoccupato, decise di chiamare il padre che arrivò e portò a casa con sè la figlia.  Nei giorni successivi, il video purtroppo arrivò anche a lei e con il video anche una serie diinsulti impronunciabili di gente che nemmeno la conosceva e che la giudicava come una “sfigata che non sa reggere l’alcol e che se l’è cercata”. Nessuno, insomma, la vedeva più com’era veramente.

Carolina allora compie quel gesto estremo, ma prima lascia una lettera in cui denuncia quello che si sarebbe chiamato  “cyberbullismo”, un fenomeno di cui oggi conosciamo le crudeli conseguenze. E’ da quel momento che si pensa a una legge che preveda la tutela dei minori attraverso la prevenzione e il contrasto al bullismo e al cyberbullismo: sarà approvata nel maggio del 2107.

È da anni ormai che il papà, Paolo Picchio, porta in tutta Italia la storia di sua figlia, perché non ci siano più altre storie come questa: “Carolina, ha fatto questo gesto per voi”, dice. Nella conferenza tenutasi venerdì scorso in aula magna, organizzata dalla referente d’istituto per la prevenzione del cyberbullismo, prof.ssa Raffaella Cerciello, ha parlato ai ragazzi di tutte le prime classi  con il cuore in mano: “Voi siete delle opere d’arte nessuno ha il diritto di profanarvi”. Ha lanciato un messaggio ai giovani esortandoli a tornare a essere “reali”, perchè il mondo non è quello che si vede dietro uno schermo, ma è quello fatto di emozioni, paure, persone vere che si incontrano dal vivo: “Le ragazze e i ragazzi hanno perso la gioia di essere accarezzati”, perché i veri abbracci, i veri baci sono sostituiti da “vuote” emoticons. Insiste sull’unicità di ognuno di noi: non bisogna farsi cambiare da nessuno: “Siete belli e belle per quello che siete e non per come vi vogliono gli altri”.

La lotta del padre di Carolina contro il bullismo è andata ancora più in là e ha portato anche alla creazione di centri di cura per ragazzini bullizzati. Conclude, il signor Picchio, invitando i giovani a sfogare il proprio dolore: “Non tenetevi mai dentro la sofferenza,  apritevi sempre a qualcuno”.

Carolina ha voluto lasciarci un messaggio, ora tocca noi trasmetterlo in modo che quello che è successo non accada più.

Riccardo Bertuzzi, Arianna Toeschi, Lorenzo Pelle, IV C LSSA