A Torino la premiazione dei nostri poeti-studenti

Ecco le loro opere

 Biella, 20 maggio 2018. Sabato 12 maggio nell’aula magna del liceo classico ”Massimo d’Azeglio” di Torino si è svolta la cerimonia di premiazione del concorso nazionale “Una poesia dal cassetto”, svoltosi con il patrocinio della Città di Torino e della Regione Piemonte, che ha visto tra i premiati tre studenti della classe 5°A del Liceo delle Scienze Applicate. I poeti premiati sono Matteo Colucci con la poesia Migranti, Tommaso Quario con la poesia La derivata della felicità e Lorenzo Pedoni che è risultato vincitore nella categoria “Lettera d’amore”.

La sala ha accolto tanti studenti provenienti da ogni parte d’Italia, accompagnati dai loro insegnanti e alcuni anche dalle loro famiglie. L’ideatore del concorso prof. Mario Dino che ha presieduto la giuria, presente al completo alla premiazione, ha salutato gli intervenuti e ha poi chiamato i vincitori delle varie categorie. Tutti hanno avuto lo spazio per una breve intervista e, dopo avere ascoltato la motivazione della giuria, hanno potuto leggere al pubblico la loro poesia. Le opere premiate sono state raccolte in una silloge che i ragazzi hanno ricevuto come ricordo della loro partecipazione insieme ad altre attestazioni.

Molti applausi e tanto calore hanno accompagnato i momenti della mattinata in cui tanti giovani hanno dimostrato che la scrittura può ancora interessare e commuovere anche in epoca di social.

Il giorno successivo, domenica 13 maggio, Lorenzo Pedoni ha partecipato anche all’evento legato al concorso e tenutosi al Salone del libro, nel corso del quale la sua lettera d’amore è stata riproposta al pubblico.

La derivata della felicità                    Tommaso Quario

Il lento salire
di un sole
fragile e sopito,
timido Lucifero
di un’era passata,
soffonde un albore
setoso e crepuscolare
che taglia il mio cammino
con fitte trame d’ombra
lungate e sfilacciate
proiettate sui lisci
tronchi grigi dei faggi
dalle foglie
caduche e fruscianti
che si fondono col buio.

E nonostante il  gelo
io sorrido felice
perché dopo la caduta
siamo ormai
oltre
lo
0.

 

Migranti                                                     Matteo Colucci

Voglio restare qua mentre fuori piove,
seduto in silenzio ad ascoltar le gocce
spezzarsi impotenti dinanzi al destino,
infrangersi tacite come uno scherzo.

Seduto a pensare su come sia fatto
un posto nel mondo senz’ombra e senz’acqua,
se non che da guerra e terrore divampi,
se non che da lacrime amare provenga.

Tantissime gocce, invisibili, mute,
costrette a lasciare seppur non avendo,
sospinte da venti di false speranze,
insieme,  nolenti, rischiando la morte.

Posso restare qua mentre fuori piove,
seduto in silenzio ad ascoltar le gocce,
sperando impotente dinanzi al destino
che questo sia solo un terribile scherzo.

 

Lettera d’amore                                                                                                                      Lorenzo  Pedoni

Sinceramente non penso che noi esseri umani viviamo per tutta l’interezza della nostra vita.

Pensaci un attimo; la vita non è altro che un semplice arco temporale, nasciamo un certo giorno e in un altro semplicemente ci spegniamo.

Niente Paradiso, niente Inferno, niente di niente, diventiamo polvere senza nome e senza genere, scompariamo sempre di più fino a quando persino chi è rimasto in vita inizia a dimenticarsi di quel che siamo stati, e a quel punto, non siamo altro che un’ombra in una stanza buia.

Ti chiederai allora cosa significhi vivere.

Vedi, secondo me vivere significa mettere in completa sintonia la realtà e le persone che ci circondano con le nostre più recondite passioni, significa rifiutare e gettare le maschere che la società ci impone per riuscire ad aprirsi completamente a qualcuno mostrandogli tutto il nostro mondo interiore.

Sai, per me il “vivere” si identifica con quello che le persone chiamano “amore”, che poi non è altro che un effetto di ritorno .

Quando noi arriviamo a condividere la nostra interiorità con la realtà, qualcuno o qualcosa si accorge di noi e decide di rispondere alla nostra condivisione svelandosi a sua volta e creando così un legame amoroso.

Tutto ciò appare come un discorso sdolcinato e ingenuo.

Tuttavia se leggendo le mie parole sei arrivato a questa conclusione, ti assicuro che sbagli e che non hai colto molte sfumature.

Dico questo perchè, a differenza di quello che pensa il mondo, l’amore non è un sentimento irrazionale bensì, e permettimi di citare un’intuizione junghiana, è una forma di conoscenza, pensaci, davanti ad un pianto di un bambino noi non sappiamo di cosa esso ha bisogno, mentre la madre che condivide con il figlio tutto il suo essere capisce al volo i bisogni del piccino, e così avviene anche per gli innamorati, se noi non amiamo una persona ogni sua parola ci appare pleonastica, dimenticabile, mentre se amiamo allora ogni parola diventa rivelatrice.

L’amare dipende necessariamente dal saper vivere, e permettimi di dire che purtroppo molte persone su questa Terra nascono già morte e finiscono così la loro semplice esistenza temporale.

Ti starai chiedendo il perchè di questa lettera: il motivo che mi ha spinto a condividere con te questo mio pensiero, ebbene è proprio questo il punto, io con te riesco a condividere ogni cosa.

X, è da quella giornata alla GAM a Torino , ti ricordi? Eravamo davanti al “Vero amore n°3” di Homs, lo guardavo intensamente, quella semplice tela marrone, non ci capivo nulla e mi chiedevo il perchè di tanto interessamento verso uno schermo a tinta unita; non scorderò mai quell’attimo, ti sei sempre più avvicinato, ti sentivo sempre più vicino, ti percepivo senza neanche vederti, finchè mi abbracciasti e stringendomi sempre più forte mi dicesti come non importa ciò che vedevo, ma ciò che provavo, mi insegnasti che anche quel marrone non era altro che una porta verso un nuovo mondo, il tuo.

Credimi, in quel giorno io sono nato.

Lorenzo