Laboratori teatrali Scu.Te.R.

Laboratori teatrali Scu.Te.R. (ScuolaTeatroRagazzi), IIS “Q. Sella”, Comune di Vigliano Biellese, Teatro Stabile Biella e L’Arabesque sabato 19 e domenica 20 maggio hanno presentato Scu.Te.R. Festival 2018  al teatro Erios di Vigliano.

In scena l’eterna attualità di Shakespeare con la comicità dei giovani clown,  l’Auschwitz dei campi di sterminio del passato e del presente  con la poesia teatrale della donna nella drammaturgia del grande autore inglese.

Sessanta interpreti in quattro spettacoli e due interventi coreografici: due serate in cui ha dominato l’energia genuina dei ragazzi e messe in scena curate con il filo doppio delle emozioni. Il progetto didattico di ScuTeR, diretto da Renato Iannì, punta sul ritorno delle emozioni vere, fatte di pianto e di sane risate, il tutto in una catarsi liberatoria come quella che aveva fatto dire alla Filumena Marturano di Eduardo “Quant’è bello piagnere, Dummì!” o al Ciampa di Pirandello “Ridete, ridete… così anch’io potrò ridere con voi!”.

Renato Iannì, direttore dei Laboratori e ideatore e regista degli spettacoli ha dichiarato:

” ScuTeR(ScuolaTeatroRagazzi) non presenta ‘saggi’ per far contenti i suoi partecipanti o le loro famiglie, ma spettacoli, frutto di ricerca sulla realtà storica e culturale. L’affrontare temi seri è un’esigenza didattica e un’impresa che condividiamo con i nostri ragazzi (tutti e senza provini) e con la loro energia, che ci hanno fatto diventare punto di riferimento nazionale per il Teatro-Scuola. Da noi ci si diverte e tanto, ma si affronta anche la vita; in un ambiente sano e professionale ci si prepara al futuro, a superare l’eccesso di superficialità e cinismo che sta uccidendo l’umanità”.ù

“Funziona? Il fatto che le presenze ai nostri laboratori siano quasi triplicate, da 23 dello scorso anno ai 60 di oggi è un segnale chiaro. Il ’17 è stato caratterizzato da spettacoli sull’immigrazione straniera e l’emigrazione italiana; contro i femminicidi e sullo stato della donna in Italia; sul ruolo della poesia nel nostro arido mondo.

Ogni spettacolo è un “j’accuse”, ma che apre alla speranza. Il ’18,  con Shakespeare e i lager affronta i temi della cultura e dell’odio. Vogliamo preparare i nostri ragazzi a saper criticare, affrontare e superare la realtà più dura. E per ridere?  Basta guardarsi intorno: si pensa soprattutto a questo, per fuggire dal ogni problematica, senza accorgerci dell’indifferenza con  cui si guarda un mondo che va a rotoli. Da ScuTeR si ride nello stare bene, preparando spettacoli e imparando ad affrontare senza paura i problemi della vita, che è un dono, non un mostro”.

Di scena due spettacoli e un intervento coreografico al giorno

 Sabato 19 maggio ore 21

“Guglielmo,in arte Shakespeare”

Il testi sacri di Shakespeare in mano a un gruppo di giovani, fra tragedia e comicità.

Con Emily Alessi, Enrico Ceria,  Giacomo Cortese, Ilie Camelia Catalina, Lisa Dardano, Andrea Frassà, Angelica Fiorese, Martina Gaudelli, Anna Marangon, Alessandro Minero, Chiara Ruberti e Andrea Vallesi.

“Tempo Perduto”

Con Martina Achino, Clara Boggia,  Vanessa Cibolla, Elena Ricci e Cecilia Sacco.

“Clownerie, aspettando Godot”

Il testo storico del Teatro dell’Assurdo si fa gioco per sperimentare l’arte dei clown; i clown di Beckett si moltiplicano in una serie di dialoghi in cui si affronta l’incapacità dell’uomo nel prendersi cura del futuro.

Con Elisa Calabrò, Oumy Cisse,  Martina Coda Zabetta, Filippo Collino, Desirèe Dama, Irina Fedulov, Zoe Lorenzetti, Gaia Neggia, Francesco Monteleone,  Riccardo Puddu, Francesco Pusceddu, Linda Rocchetti, Sara Ronchetta e Matteo Sunder.

Domenica 20 maggio ore 21

“Le voci di Auschwitz: il ricordo rende liberi” (nuova edizione)

Applaudito da Torino a Gorizia, porta in scena l’orrore dei lager di ieri e di oggi: nella nuova edizione affronta il passato e lo riporta all’attualità. L’odio genera odio, e solo una nuova e giovane umanità può dare speranza.

Con Ilaria Bellotti, Annalisa De Santo, Elisa Boscono, Chiara D’Aloia, Diana Dalla Villa, Nicol Destro, Matilda Marenghi, Sara Fuoco, Davide Loche, Marta Maffeo, Martina Pirchio, Martina Pozzo, Martina Serra,  Fabiola Tosetti, Alessandro Vergani e Gabriele Zerbola.

“Ho cambiato i piani”

Con Arianna Anselmino, Matteo Benna, Angelica Busa, Elisabetta Infuso, Emanuele Leone, Caterina Mosca, Elena Ricci, Cecilia Sacco, Carolina Siletti, Lucrezia Spola, Manuela Stigliano e Stefania Vannucci

Coreografia di Anna Rita Larghi

 “Shakespeare, la follia che danza con l’amore”

Il teatro-danza nell’impresa di fare dell’amore in Shakespeare un Laboratorio aperto, in cui si incontrano testo, voce e movimento: Giulietta, Ofelia, Lady Macbeth e Desdemona sono le eroine di un mondo mai dimenticato.

Con Angelica Busa, Aurora Fila, Marco Giorcelli, Elisabetta Infuso, Eleonora Strobino e Elisabetta Strobino.

Adattamento e regia di Renato Iannì; coreografie di Emanuele Leone e Stefania Vannucci.

Hanno scritto di noi – Eco di Biella

All’Erios di Vigliano, applausi su applausi per i ragazzi di ScuTeR, dell’IIS “Q. Sella” e dei  loro coetanei delle Superiori del territorio, per la qualità della loro preparazione e per quella degli spettacoli messi in scena.

La carica dei sessanta, dei laboratori teatrali diretti da Renato Iannì, cha a curato anche testi e regia, tra sabato 19 e domenica 20, ha portato all’Erios oltre 300 spettatori, tra cui moltissimi giovani.

In questo caso, il teatro raggiunge il massimo dei suoi obiettivi: interessare i ragazzi con produzioni valide che portino in scena cultura e spettacolarità.

Shakespeare era in prima linea con due eventi tra poesia ed energia creativa, tragedia e comicità, tradizione e sperimentazione.

Iannì ha prestato voce ad alcuni personaggi maschili che, in scena, avevano interpreti femminili, ma tutti i ragazzi  sembravano collegati da uno stesso filo, che li rendeva gruppo affiatato nella complicità con il  regista, che ha saputo dar loro responsabilità e autonomia.

Delicata e surreale la presenza dei clown da “Godot”, con l’invito a vivere, senza delegare ma prendendo in mano la propria e responsabile libertà.

Con “Le voci Auschwitz” Iannì è tornato in scena nel ruolo che più gli competeva: un insegnante che ama la storia, quella che non fa dimenticare e che afferma che “L’odio genera solo odio”.

La splendida lezione sui lager e il razzismo che i ragazzi hanno impartito subito dopo fa ben sperare sul futuro. Di effetto gli inserimenti coreografici de L’Arabesque, che dialogavano con i testi curati da Iannì.