Non dobbiamo perdere tempo se vogliamo salvare il nostro pianeta

La specie umana non è sempre stata così irresponsabile: ci sono state epoche storiche, perlopiù molto lontane dalla nostra, in cui noi uomini eravamo in grado di convivere in perfetta armonia con il creato. Ora questa pacifica convivenza si è dissolta per colpa del più grave dei nostri peccati: la cupidigia.

L’uomo è costantemente inappagato, perché desideroso di avere sempre  di più. È questo che ci ha portato a distruggere tutto ciò che ci circonda, la stessa nostra casa, la madre che ci ha sempre nutrito. Dante, nella Commedia, aveva ragione dicendo quanto l’avidità sia pericolosa e comune tra gli uomini, che passerebbero sopra a qualsiasi cosa per migliorare anche di poco la loro condizione; credo sia questa la radice del problema ecologico: non curarsi di coloro che dopo di noi dovranno vivere sullo stesso pianeta che abbiamo reso un Inferno.

Corresponsabilità, coscienza ecologica, informazione, dialogo, cooperazione… queste sono le parole che dobbiamo imparare a usare e a mettere in pratica, per quanto difficile sia.

Arginare e combattere il problema non è un’utopia; bisogna però iniziare dalle famiglie, in cui si dovrebbero insegnare i valori ecologici ai figli fin dalla più tenera età, e dalla scuola che ha il dovere di essere più coinvolta in questo processo di sensibilizzazione.

Comprendo che cambiare la mentalità di molte persone sia difficile ed è qui che dovrebbe entrare in gioco la politica, che non può permettersi di ignorare le voci di migliaia di ragazzi che protestano nelle più grandi città europee, senza prendere una posizione netta e decisa.

Modificare le nostre abitudini ci è sempre risultato particolarmente difficile perché queste ci danno sicurezza, conforto e stabilità e cambiarle destabilizza, ma abbiamo il dovere di farlo per le generazioni future, per coloro che saranno costretti a vivere in un mondo distrutto, ma che poteva essere salvato.

Ci sono soluzioni che si possono e si devono attuare soprattutto nel futuro più prossimo come interrompere a livello mondiale la produzione di confezioni e imballaggi di plastica, aiutare paesi meno sviluppati a rientrare nei limiti economici sanciti dagli accordi climatici e, soprattutto, supportare il volontariato ecologico che permette di concretizzare le buone intenzioni di chiunque tenga all’ambiente in cui vive.

In conclusione, le modalità che sono in grado di aiutare la nostra terra si possono riassumente in quattro parole: esempio, educazione, consapevolezza e sensibilizzazione. Esse hanno il compito di cambiarci e di renderci più sostenibili: non nemici ma alleati del nostro pianeta.

È il momento di iniziare, perché, per quanto questo cambiamento sembri faticoso e difficile da intraprendere, non c’è più tempo da perdere.

Valerio Foglia Taverna, III F LSSA