DE NATURA ARTIS

Nessuno può restare impassibile davanti all’arte; per quanto a ognuno di noi piacciano cose diverse, per quanti luoghi differenti, persone e fatti possiamo aver conosciuto, non c’è uomo che riesca a restare impassibile dinanzi a un’opera d’arte, non esiste uomo che non riesca a trovare almeno un prodotto artistico che lo soddisfi. 
L’arte ha, innegabilmente, un potere sugli animi che riescono a comprenderla e a interpretarla correttamente (benché se esista un modo “corretto” di interpretare l’arte e se questo modo sia univoco e non ammetta eccezioni o conceda divagazioni, resti un grande interrogativo).


Seguiranno a questo altri articoli che cercheranno di rispondere ad alcune domande sull’arte, dalla più semplice quale potrebbe essere “Che cos’è l’arte?“, alle più complesse, come “Quando l’arte può essere considerata bella?“. Useremo un momento anche per parlare dei “luoghi d’artista“, chiedendoci, cioè, se per un artista sia più vantaggioso (e se sia più utile ai fini dell’arte) produrre le sue opere in un ambiente sicuro e confortevole (per esempio grazie a un mecenate), oppure circondarsi di un’élite intellettuale in un luogo apposito (un’accademia), o, invece, avere contatto diretto con le masse popolari (come cominceranno a sostenere alcuni artisti illuministi), o al contrario isolarsi completamente dagli affetti (opzione perseguita, suo malgrado, da Foscolo e, per scelta, da Proust).


L’arte fa parte della nostra vita, la percuote di parte in parte al punto che spesso non riusciamo a percepirla, mentre, al contrario, quei pochi che trovano l’arte dove nessuno l’aveva mai trovata prima vengono additati come esseri particolarmente sensibili, quasi superiori agli altri. 
L’arte è ovunque nella realtà di tutti i giorni, e allora potremmo già differenziare due tipi di arti: l’arte naturale, come possono essere banalmente un’alba, un paesaggio, una persona particolarmente bella, tali da suscitare commozione;  l’arte umana, frutto cioè non solo della sensibilità di chi guarda (unica prerogativa, invece, dell’arte naturale) ma anche della sensibilità precedente di un creatore attivo, produttore in prima persona di quel prodotto artistico: in questa categoria rientrano tutte le arti che comunemente conosciamo (la musica, le arti grafiche, l’intarsio, la letteratura).


In questo “gioco a due”, tra l’artista e il destinatario, e questo risalta soprattutto nell’arte letteraria, è chiaro che l’obiettivo principale è comunicare. Potrebbe essere questa la risposta alla prima domanda che ci siamo posti: “Che cos’è l’arte?”. L’arte è il mezzo comunicativo che un essere sensibile (l’artista) usa al fine di trasmettere una particolare sensazione interiore a un altro essere sensibile (il suo destinatario). Questo distingue un giornale di cronaca, per esempio, che ha il solo scopo di narrare  fatti, da un romanzo, che invece ha lo scopo di trasmettere al lettore anche uno spunto di autoindagine, e che spesso narra, a fianco della storia dei protagonisti, anche la storia dell’autore stesso; questo spiega perché un “capolavoro” disegnato da un bambino sporcando una tela non sia considerato artistico, mentre la fotografia, classico esempio di arte grafica per lungo tempo considerata di grado inferiore (forse perché i fotografi non compiono lo sforzo, anche in termini di tempo, che compiono gli altri artisti, come i pittori, per rappresentare il medesimo soggetto), oppure una tavola tagliata nel mezzo tramite un rasoio o ancora una tela su cui è stato fatto colare del colore fresco siano invece artistici
Qualunque cosa sufficientemente significativa può essere considerata arte e tanto più è emozionante, tanto più viene considerata un’arte prestigiosa e elevata (questo ha sempre distinto, per esempio, la commedia dalla tragedia, o, ai suoi esordi, il romanzo dalla poesia). 


E’ chiaro, infine, che non è necessario e non è detto che ciò che ci fa emozionare sia arte o meno (un esempio può essere un buon gesto che vediamo fare nei riguardi di un anziano), ma allo stesso tempo l’arte ha un enorme vantaggio, ovvero quello di essere libera: farne parte non è né un pregio né un difetto (dato che esistono cose “belle”  che non sono “artistiche”); dunque, e questo risponde al grande interrogativo che abbiamo lasciato in sospeso prima, ognuno è libero di crearsi l’arte (e l’idea di arte) che più gli piace: ripensando agli impressionisti, ai cubisti, ai surrealisti, ai futuristi, agli esponenti di quelle correnti artistiche che oggi consideriamo tra le più suggestive, emerge forse che generalmente chi ha il coraggio di osare nell’arte, alla fine, ha la meglio.

 
Kevin Roma,  4°C LS.SA.M