Nei panni dei rifugiati

La III F, una delle sei classi dell’istituto che partecipano al progetto “Finestre” del Centro Astalli, la scorsa settimana ha incontrato in videochiamata una delle operatrici dell’associazione insieme a Duclair, un giovane rifugiato politico proveniente dal Camerun.

Duclair ha circa trent’anni e quattro anni fa, attraverso un lungo e drammatico viaggio, è giunto a Roma, per sfuggire alla guerra civile che si combatte nel suo Paese. Oggi vive a Roma, fa l’operatore sociosanitario e ha un bambino di due anni.

La sua seconda nascita in Italia è stata possibile anche grazie al Centro Astalli che l’ha accolto, aiutato, guidato nell’iter che gli ha consentito di ottenere lo status di rifugiato e quindi il diritto d’asilo. 

Anche per questo continua a collaborare con il Centro e, nonostante l’emozione che ogni volta lo coglie nel ricordare il suo doloroso passato, parla volentieri della sua esperienza, dei suoi affetti, delle sue speranze agli studenti delle scuole che partecipano al progetto “Finestre”.

Il progetto “Finestre-Nei panni dei rifugiati”, rivolto dal Centro Astalli (Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia) agli studenti delle scuole italiane, si realizza nel nostro Istituto, ormai da parecchi anni, grazie all’interessamento della professoressa Paola Lanza e alla collaborazione dei docenti. L’iniziativa si propone di parlare ai giovani dei rifugiati, delle donne e degli uomini senza patria, soprattutto attraverso il racconto crudo e diretto di chi ha vissuto l’esperienza della guerra, della fuga, dell’esilio ma anche dell’accoglienza e dell’integrazione.

 Ora i ragazzi sono chiamati a mettere insieme le loro conoscenze e la loro fantasia per dare forma a racconti e poesie, mettendosi “nei panni dei rifugiati”.

La redazione di thINK