Il Draft NBA, un evento unico nel suo genere.

Ma come funziona questo Draft?

L’NBA, National Basketball Association, rinnova anche quest’anno uno degli appuntamenti più importanti e conosciuti della lega: il Draft, un evento unico nel suo genere.

Nato proprio nella culla del basket mondiale, gli Stati Uniti, è una formula che prova a rendere più equilibrata la Lega, in modo che, a vincere il titolo, o meglio “l’Anello”, non siano sempre le solite squadre.

Ma come funziona questo Draft?

L’evento, che si svolge solitamente alla fine di giugno, è diviso in due parti principali, precedute dalla Draft Lottery, quando sono selezionate le squadre a cui verrà data la possibilità di scegliere tra i migliori prospetti dei college americani.

All’interno della “lotteria”, sono sorteggiate le quattordici squadre che non hanno partecipato ai playoff, garantendo loro una probabilità di avere tra la prima e la quarta scelta assoluta. La possibilità di ottenere l’ambita prima opzione è determinata unicamente dalle prestazioni sul campo: una squadra con un record di 60 sconfitte e 22 vittorie nella regular season ha più speranza rispetto a una con 56 sconfitte e 26 vittorie.

A questo punto, tutte e quattordici le squadre hanno una percentuale compresa tra il 14% e lo 0,5%. E qui inizia la vera “lotteria”!

Una macchina, con dentro quattordici palline, estrae le prime quattro; le seguenti posizioni, invece, sono determinate dal record peggiore a quello migliore. La stessa formula varrà anche per le restanti sedici squadre, senza penalizzare la vincitrice dei playoff, poiché si rispetta l’ordine della regular season; nell’eventualità di un pareggio di record, l’ordine è dettato dal lancio di una monetina.

Le due fasi successive presentano semplicemente le scelte delle squadre, dette franchigie, divise fra due giri: il primo, definito come quello “delle scelte assolute”, lega il giocatore alla società con un contratto di tre anni, il secondo è quello “degli scambi”, caratterizzato da cestisti non vincolati fin da subito con un contratto e che sono oggetto di scambio fra le diverse squadre.

Quest’anno, però, è successo l’impensabile: la prima scelta è capitata ai Dallas Mavericks, i quali avevano solo l’1,8% di possibilità di ottenerla. Questa è la quarta probabilità più bassa della storia per una prima scelta.

Così i Mavericks, dopo aver scambiato l’all star Luka Doncic a gennaio con i Lakers, hanno ora la possibilità di affiancare alle stelle del team Kyrie Irving e Anthony Davis, il futuro prospetto Cooper Flag del college di Duke, talento generazionale con una media di 19,2 punti, 7,5 rimbalzi e 4,2 assist a partita – numeri che gli prospettano una carriera dai grandi risultati.

Nella storia della lega, la formula del Draft è risultata affidabile, aggiudicando grandi giocatori a squadre in ricostruzione, come i casi di LeBron James ai Cleveland Cavaliers, Tim Duncan agli Spurs o Magic Johnson ai Lakers; in altri casi, invece, giocatori come Micheal Jordan o Kobe Bryant sono stati rispettivamente selezionati come terza e tredicesima scelta. Lo stesso vincitore dell’MVP di quest’anno, molto contestato dai media, Shai Gilgeous-Alexander, è stata l’undicesima scelta della squadra della North Carolina, che ora si può godere il suo inaspettato talento. Certo, non è forse un caso eclatante come il quarterback Tom Brady, scelto come centonovantanovesimo e rivelatosi essere il giocatore più vincente dell’intera NFL (National Football League), ma è comunque un gran colpo degli scout.

Concludendo, si può, però, dire che la formula del Draft è un’invenzione molto importante per mantenere degli equilibri all’interno della Lega, anche se in alcuni casi la migliore scelta non si trova in prima posizione.